L’Italia sta valutando un’imposta sui giochi online con soldi veri dell’1% per una regolamentazione sempre più severa

L’Italia pensa a un’imposta dell’1% sui giochi online che sono in crescita come tutto il gioco d’azzardo nel nostro Paese. Il mercato dei giochi, infatti, come sottolineato nel Focus sulla fiscalità nel settore dei giochi pubblicato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, è cresciuto enormemente dal 2000. Gli introiti sono aumentati di 5 volte con vincite che hanno superato i 77 miliardi. Le entrate erariali sono di 10 miliardi e 9 miliardi il fatturato del settore.

Quindi, i casinò online sicuri con soldi veri, quelli dove giocare seriamente, rappresentano una delle prime industrie in Italia. Le imprese e i dipendenti sono in forte crescita, l’indotto è quasi raddoppiato e l’investimento in pubblicità è sempre maggiore. Il prelievo tributario, nel periodo dal 2006 al 2016, è passato da 7 miliardi a 10, un numero enorme. L’Italia, per questo motivo, occupa uno dei primi posti al mondo per il volume di affari prodotto e, principalmente, per l’aumento dell’offerta. Nel 2004, infatti, sono state introdotte le slot machine, nel 2008 i giochi online e nel 2010 le VLT. Vediamo come la Stato regolamenta questo settore.

Come interviene lo Stato nella regolamentazione?

La regolamentazione in Italia è molto severa (anche se ci sono ancora tentativi di truffa come questa raccolta di scommesse illegali in un’associazione dilettantistica) e gli operatori possono accettare scommesse solo dopo aver ottenuto la licenza presso l’ADM (Agenzia Dogane e Monopoli). La legge, infatti, stabilisce sia la durata delle concessioni che il numero dei concessionari. Un aumento della tassazione, poi, ha internalizzato costi sanitari e sociali causati dal gioco patologico e ha inserito un fattore che non incentivasse il desiderio di giocare.

Giocare responsabilmente, infatti, così come la disciplina fiscale, sono gli obiettivi per un’educazione al gioco che deve essere chiara fin da subito a chi si approccia a questo settore e che è portata avanti, in maniera molto netta, sia dagli organi di controllo che dagli operatori stessi. La propensione al gioco, infatti, che in Italia è maggiore nel Mezzogiorno (in particolare in Campania e in Abruzzo), deve essere sempre rispettosa delle regole e di un approccio al gioco che sia divertente e sicuro.

Quali sono le tassazioni sui giochi?

Per quanto riguarda i giochi tradizionali la situazione è questa: per il lotto il prelievo fiscale equivale all’utile che viene ottenuto dalla sottrazione delle vincite e della percentuale che va al gestore. Per i giochi come il SuperEnalotto e Win for Life c’è un’imposta detta “Unica”. Le aliquote di questa imposta sono tra il 28 e il 23% e si applica una tassazione maggiore del 12% per le vincite che superano i 500 euro. Per le lotterie c’è un’aliquota che corrisponde a quello che è il valore residuale. Per le scommesse, invece, c’è una differenza. Quelle a base sportiva hanno l’applicazione dell’imposta Unica ma con base imponibile differente. I concorsi a pronostici hanno l’imposta con aliquota del 33,84%. Per le scommesse sportive e non sportive a quota fissa si parla di un’aliquota al 18%. Le scommesse a base ippica sono, altrettanto, differenziate: per quelle a quota fissa c’è un’aliquota del 43% mentre per la scommessa detta V7 l’aliquota è al 15%.

Se passiamo, invece, ai giochi di nuova generazione dobbiamo parlare di slot AWP e VLT. Per questi apparecchi si applica il PREU (Prelievo Erariale Unico) dove la base imponibile è quella delle somme giocate. In più l’aliquota per le AWP è del 19% mentre per le VLT è del 6%. Per i giochi di abilità a distanza c’è l’imposta Unica e margine lordo con aliquota al 20% così come per i giochi di carte c’è sempre l’Unica e aliquota al 20%. Insomma, ci sembra chiaro che sia stato fatto un lavoro certosino per cercare di dare una tassazione onesta e differenziata così come sono differenziati i giochi con cui ci si può divertire nel mondo dell’azzardo. Chiaro è che questa tassazione sia un’entrata molto importante per le casse dello Stato che cerca, in un modo molto evidente, di poter controllare e certificare tutto quello che fa parte di questo settore nel nostro Paese in maniera equa e precisa.

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Sonia