Ucraina. Mosca avverte: ” La minaccia di un conflitto mondiale e nucleare è seria, reale”

La minaccia di un conflitto  mondiale e nucleare è “seria, reale” e non deve essere sottovalutata. Sono le parole più importanti pronunciate dal ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, in una lunga intervista televisiva in cui, implicitamente, sembra lanciare un monito all’Occidente in merito agli sviluppi della guerra in Ucraina.

Il capo della diplomazia russa, d’altronde, ha affermato che Mosca sta tentando in tutti i modi di ridurre il rischio di una guerra nucleare, per esempio colpendo a più riprese “le strutture di stoccaggio nell’Ucraina occidentale”.

«La Nato, in sostanza, è impegnata in una guerra per procura contro la Russia e sta armando questo intermediario», ha detto Lavrov facendo un chiaro riferimento alle autorità di Kiev. “Guerra significa guerra”, ha aggiunto il ministro russo. Parole non troppo sibilline e che fanno da eco a quanto avvenuto ieri in Transnistria, la regione separatista filorussa situata nell’area orientale della Moldova, dove almeno due esplosioni sono avvenute nella sede del ministero dell’Interno. Quanto sia avvenuto resta, al momento, poco chiaro: alcune fonti di stampa russe riportano l’utilizzo di “un lanciagranate portatile anticarro” e riferiscono che non ci sarebbero state vittime. Il governo moldavo, in una nota, fa sapere che “l’obiettivo dell’incidente odierno è creare un pretesto per un’escalation nella regione della Transnistria, che non è controllata dalle autorità costituzionali”. La Transnistria, infatti, è sotto il controllo di un regime separatista pro Cremlino e ospita importanti depositi di armi oltre a circa 1.200 militari russi impiegati ufficialmente in attività di mantenimento della pace.

La questione “Terza guerra mondiale” è stata solo in parte moderata dall’annuncio che i negoziati con l’Ucraina andranno avanti. Anche se Lavrov non rinuncia a lanciare una frecciata aggiuntiva:  «La buona volontà ha i suoi limiti. E se non è reciproca questo non contribuirà al processo negoziale». Poi l’assicurazione che «noi continueremo a portare avanti negoziati con la delegazione del (presidente ucraino) Volodymir Zelensky, e i contatti proseguiranno». Il ministro ha comunque accusato Zelensky “di fingere” di negoziare, alludendo al suo passato sul palcoscenico. “E’ un buon attore” ma, ha sottolineato, a un’attenta osservazione delle sue parole “emergeranno mille contraddizioni”. Infine non ha trascurato di gettare un po’ d’acqua sul fuoco dichiarandosi fiducioso che “tutto finirà certamente con la firma di un accordo”, i cui parametri, tuttavia, “saranno definiti dallo stato delle conquiste sul campo”. Il riferimento al Donbass, e forse non solo ad esso, è fin troppo evidente.

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Sonia