Grillo difende il figlio ma le carte della Procura parlano chiaro: “tenuta per i capelli, la ragazza è stata costretta ad avere rapporti sessuali”

Ha fatto discutere il video postato ieri da Beppe Grillo sui social per difendere il figlio Ciro indagato assieme ad altri quattro amici altri tre ragazzi, Edoardo Capitta, Francesco Corsiglia e Vittorio Lauria per violenza sessuale di gruppo nei confronti di una studentessa 19enne. Nei giorni scorsi i quattro indagati sono stati interrogati e hanno respinto le accuse parlando di “sesso consenziente di gruppo”, ma i pm non sarebbero inclini a credere a questa versione.

Ciro, figlio di Beppe Grillo, durante una festa in Costa Smeralda

“Costretta ad avere rapporti sessuali in camera da letto e nel box del bagno”, “afferrata per la testa a bere mezza bottiglia di vodka” e “costretta ad avere rapporti di gruppo” dai quattro che hanno “approfittato delle sue condizioni di inferiorità psicologica e fisica”: sono dei passaggi dell’atto di accusa della procura di Tempio, in base ai racconti della giovane. Per l’accusa non fu sesso consenziente, come hanno raccontato gli indagati, ma violenza sessuale di gruppo. In un verbale che riporta la testimonianza della ragazza si legge che “verso le sei del mattino”, mentre la sua amica dormiva, la giovane è “stata costretta” ad avere rapporti sessuali con uno dei ragazzi mentre “gli altri tre indagati hanno assistito senza partecipare”. L’avrebbero poi costretta a bere mezzo bottiglia di vodka contro il suo volere. La “lucidità risultava enormemente compromessa” quando è stata “condotta nella camera matrimoniale dove gli indagati” l’avrebbero costretta ad avere “cinque o sei rapporti”. Questi stralci dell’accusa sono stati pubblicati qualche giorno fa dal giornale online Fan Page.

A carico dei ragazzi ci sarebbero anche alcune fotografie ritrovate sui cellulari e qualche intercettazione. I magistrati hanno fatto mettere sotto controllo non solo i telefoni dei ragazzi, ma anche di altre persone. Anche la moglie di Beppe Grillo e madre di Ciro, Parvin Tadjik, è stata ascoltata dai pm: ha raccontato che quella sera dormiva nell’appartamento accanto, ma non si sarebbe accorta di nulla.

Lo scorso novembre 2020, a oltre un anno dalla vicenda, la procura guidata da Gregorio Capasso ha inviato la notifica alle difese. Il procuratore Capasso e la sostituta Laura Bassani hanno inserito nel fascicolo le immagini ritrovate nei telefoni che, secondo l’accusa, mostrerebbero gli abusi anche ai danni della seconda ragazza, che dormiva. Per depositare la richiesta di rinvio a giudizio negli uffici del gup del Tribunale di Tempio Pausania, guidato dal magistrato napoletano Giuseppe Magliulo, c’è ora tempo fino a fine mese. La ragazza è sostenuta dall’avvocato Giulia Bongiorno.

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Sonia