2 aprile. “L’Autismo è tutti i giorni”: lettera di una madre nuorese

L’autismo è tutti i giorni, non solo il 2 aprile, Giornata mondiale dedicata alla consapevolezza su questo modo di percepire la vita. È vita quotidiana, routine, stanchezza, paure accentuate dal Covid, con l’incubo del contagio che per ragazzi e adulti potrebbe dare luogo a situazioni ingestibili oltre che a molti rischi. Ma è anche gioia e soddisfazione per ostacoli superati, sfide vinte e progressi fatti.

Ci scrive Federica donna di 30 anni e madre di un bambino autistico di 7. Una lettera non di esperti o politici ma di un genitore che ogni giorno si trova a vivere non quella che nel pensare comune è considerata una malattia ma semplicemente un modo di essere “strutturalmente” diverso.

“Cara redazione, vi scrivo in occasione della giornata mondiale della consapevolezza dell’Autismo che fu istituita nel 2007 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e si celebra il 2 aprile. Mi chiamo Federica abito a Nuoro città e sono mamma di Antonio un bambino di 7 anni con autismo ad alta funzionalità. Vorrei che i bambini e gli adulti autistici fossero visti non come diversi ma semplicemente come persone. Tutti ci riempiamo la bocca di celebrazioni ma, all’atto concreto, non è semplice accettare quello che, rispetto ai nostri canoni, è la diversità o in questo caso la neurodiversità”-

“Oggi – prosegue Federica – abbiamo 24 ore per ricordare le persone che rientrano nel cosiddetto disturbo dello spettro autistico ma le 24 ore spalmate in un anno sono esattamente 4 minuti, ebbene, allora dedicate ogni giorno questo piccolo tempo per ricordarvi di noi”.

“Antonio è un bambino sveglio, intelligente e sopratutto socievole, si avete capito bene socievole. Ci sono tanti pregiudizi sullo spettro autistico, come ad esempio, che queste persone vivano dentro una bolla, non è vero, ognuno a suo modo esprime emozioni come tutti noi neurotipici. Molti si stupiscono quando dico che Antonio è autistico… “non sembra” è la prima reazione. Ma non è che sembra lo è e questo non è un limite della sua personalità perché lui non è un'”etichetta” ma un bambino della sua età e come gli altri coetanei con il diritto di avere le opportunità e essere incluso in tutte le attività. La vera difficoltà è annientare la bolla del pregiudizio e accettare ciascuno per quello che è senza limiti o preconcetti”.

“Non sto a raccontarvi delle difficoltà quotidiane ma chiedo ai genitori dei pari di mio figlio e non solo, di non insegnare a odiare il diverso ma a integrare ciò che per noi può essere “particolare”, viviamo la vita per quella che è ovvero con tante sfaccettature e non solo con un colore. Per il resto buona giornata della consapevolezza non solo dell’autismo ma di tante sfumature  che la quotidianità ogni giorni ci offre”

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Sonia