Nuoro. Il trekking urbano, un modo piacevole e alternativo per riscoprire la città

di Sonia Meloni

Il trekking per definizione lo conoscono tutti: camminate e escursioni immersi nella natura. Ma c’è una variante di questa disciplina: il trekking urbano, ovvero una pratica che mette insieme la voglia di scoprire le bellezze culturali, paesaggistiche e urbanistiche di una città, con la buona abitudine di muoversi a piedi; il trekking urbano, infatti, può essere denominato anche “turismo a piedi”.

Nuoro, oltre ai percorsi culturali nelle aree storiche cittadine, offre anche diversi itinerari, differenziati per lunghezza e difficoltà, all’interno dell’agglomerato urbano, che si possono praticare sia d’estate che d’inverno.

Tre sono le zone dove sia sedentari che i veri e propri sportivi possono usufruire il beneficio di una camminata a passo sostenuto o di una corsa tecnicamente sportiva andando, con entrambe le pratiche, a fortificare il sistema cardiocircolatorio e ad allontanare i rischi di ipertensione e osteoporosi oltre a difendersi dallo stress e dall’ansia.

SANT’ONOFRIO. Dopo anni di abbandono, l’area verde è stata ripristinata e riaperta al pubblico lo scorso giugno dall’amministrazione Soddu, sotto la supervisione dell’assessore alle Attività Produttive Eleonora Angheleddu.  Il risultato è uno spazio completamente rinnovato, pienamente godibile e a misura di bambini, famiglie e per chiunque voglia trascorrere un po’ di tempo all’aria aperta tra pini, lecci e macchia mediterranea.

Situato in cima all’omonimo colle, il parco è aperto tutti i giorni dalle 8.30 alle 20.30, è dotato di servizi igienici ed è presidiato da un giardiniere di è-Comune che si occupa della cura costante del verde e, in tempo di Covid, della sanificazione giornaliera di tutti gli arredi.

Nuoro, il parco di Sant’Onofrio (foto S.Novellu)

Fonti storiche vi attestano la presenza in passato sia di un nuraghe, distrutto intorno al 1929 per la costruzione del deposito dell’acqua che di una antica chiesa intitolata prima a Santa Marina e poi a Sant’Onofrio, situata dove ora sorge il fortino, distrutta in epoca fascista.

Nel punto più alto è possibile ammirare un bellissimo panorama sulle valli di Isporòsile, Badde Manna e Mughina. Nella stessa cima venne edificato un monumento dedicato a Sebastiano Satta, opera dello scultore Francesco Ciusa, di cui oggi sopravvivono solo alcune parti strutturali.

LA SOLITUDINE.  Il viale della Solitudine ricade nella parte Nord-Est di Nuoro, alle pendici del Monte Ortobene, in prossimità dell’uscita per la vallata di Marreri, che conduce in Baronia e in Gallura. Punto di riferimento per professionisti dello sport, ciclisti da strada e da enduro o più semplicemente per coloro che vogliono fare una camminata in tutto relax per ritrovare il benessere fisico e tenere a bada lo stress del quotidiano APPROFONDISCI LE PECULIARITÀ SPORTIVE DELL’ORTOBENE.

Nuoro, passeggiate e ciclismo alla Solitudine (foto S.Novellu)

Vi è ubicata l’omonima chiesetta risalente al ‘600, riedificata nelle forme attuali tra il 1947 e il 1958 su progetto di Giovanni Ciusa Romagna, che si aggiudicò il concorso d’idee bandito da un comitato appositamente costituitosi per riportare in terra sarda la salma della scrittrice nuorese Grazia Deledda e farla riposare all’interno di un edificio cultuale degno della fama da premio Nobel che all’amata chiesetta dedicò un bellissimo romanzo omonimo. Dalle linee semplici ma curate custodisce al suo interno, oltre a diversi ex voto, la campana originale dell’antica chiesa, fusa in bronzo dal maestro campanaro Giovanni Pira su commissione di Perdita Basigheddu, nuorese inquisita per stregoneria e condanna al carcere a vita, riconciliatasi poi con la chiesa nel 1605. Il portale in bronzo, infine, è opera dello scultore sassarese Eugenio Tavolara.

A 50 metri della chiesa della Solitudine sorge il monumento dedicato alla Deledda da Maria Lai. Simbolicamente “Andando via” è un monumento dedicato ai “Fili della memoria” della società agro pastorale che la stessa Grazia Deledda raccontò nei suoi romanzi e novelle.

LA PINETA DI UGOLIO.  Il polmone verde costituito da pini, lecci, querce da sughero e macchia mediterranea posto all’ingresso della città si estende per circa 80 ettari. Nella pineta è stata tracciata una serie di percorsi per chi ama correre o semplicemente camminare all’aria aperta. L’area è attrezzata anche con tavoli e panche in legno per picnic in tutto relax immersi nella natura.

Nuoro, sport alla pineta di Ugolio (foto S.Novellu)

Nella parte più alta della pineta, oltre all’omonimo nuraghe Ugolìo, costruito su un affioramento granitico, si giunge alla Punta Diònisi, segnata dall’installazione di tre croci, da cui è possibile godere un bellissimo panorama sulla città e sulle vallate circostanti.

Percorrendo una lunga scalinata costruita con le traversine della vecchia ferrovia è possibile raggiungere la strada ferrata del trenino che collega il Capoluogo barbaricino con Macomer, dalla quale si può ammirare la valle di Isàlle, fino al mare della costa orientale.

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Sonia