La metà dei pazienti Covid ancora positiva a 30 giorni dalla diagnosi

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La metà dei pazienti Covid ancora positiva a 30 giorni dalla diagnosi

mercoledì 02 Settembre 2020 - 16:05
La metà dei pazienti Covid ancora positiva a 30 giorni dalla diagnosi

Uno studio italiano svela che il Coronavirus impiega in media un tempo di 30 giorni dal primo tampone positivo ad essere eliminato dall’organismo – ovvero la metà dei pazienti è ancora positiva dopo 30 giorni dalla diagnosi – e 36 giorni dalla comparsa dei primi sintomi.

Il lavoro è stato pubblicato sulla rivista BMJ Open e condotto dall’Azienda Unità Sanitaria Locale – IRCCS di Reggio Emilia su un vasto campione di individui sintomatici risultati positivi al virus tra febbraio e aprile.

È ancora poco chiara l’estensione del periodo in cui il soggetto resta contagioso dal momento della diagnosi. L’OMS raccomanda 13 giorni di isolamento dalla comparsa dei sintomi del Covid e 10 dalla data del tampone positivo in una persona asintomatica.

«In Italia – spiega uno degli autori dello studio, Francesco Venturelli, del Servizio di Epidemiologia dell’azienda sanitaria emiliana – adottiamo un protocollo più stringente che prevede la necessità di ottenere consecutivamente due tamponi negativi per uscire dall’isolamento. Dai risultati dello studio emerge che circa la metà dei pazienti è ancora positiva a 30 giorni dal primo tampone».

Eseguire un nuovo tampone dopo 2 o 3 settimane dalla diagnosi si associa a un rischio elevato di ‘falsi negativi’ (in un caso su 5), ovvero di avere esito negativo per un tampone non confermato dall’esame successivo.

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  1. Prima di scrivere si consiglia di informarsi e leggersi un po di letteratura. Può essere utile per capire cosa è un virus e come si trasmette, e cosa sono gli asintomatici positivi. In questo modo si evita di fare da megafono alla paranoia generalizzata che colpisce tutti e in primis proprio i giornalisti. Se una persona risulta positiva e asintomatica occorre porsi due domande precise che nascono dopo aver letto la famosa letteratura di cui sopra. Primo essendo la macchina che analizza i tamponi non certificata per le diagnosi, e chiedetelo al Ministero della Salute(?) ma solo per la ricerca scientifica, essa da falsi positivi anche all’80%. Secondo: un positivo asintomatico al virus sarà positivo anche dopo un anno. E perché? beh ha preso il virus e il suo sistema immunitario lo ha distrutto e il virus si trova nel suo corpo. Come altri miliardi di virus di cui siamo pieni. e per concludere i familiari del medico nuorese hanno fatto il tampone e i figli non sono risultati positivi. Vi dice qualcosa?

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