La Maddalena. Liberi i turisti nel resort, “non è Isola di untori”

Sembra un film d’azione: “Tutto in 72 ore”. O un reality: “L’isola dei contagiati”. Quanto successo a Santo Stefano, nell’arcipelago di La Maddalena, può segnare pesantemente la stagione turistica isolana e oscurare l’immagine di Isola Covid-free su cui si era costruita l’ipotesi di una stagione lunga sino all’autunno. E intanto è guerra a distanza con altre Regioni, col rischio che il Governo possa isolare la Sardegna più del Mediterraneo.

Ma la deputata del Pd, Romina Mura, rassicura: “«a notizia della chiusura della Sardegna è del tutto infondata». Oggi per i 472 ospiti del Santo Stefano Resort, tra operatori e villeggianti, è finita la quarantena imposta domenica sera dal responsabile dell’Unità di crisi regionale, Marcello Acciaro. Nessuno poteva muoversi dalla struttura sino all’esito dei tamponi fatti lunedì, dopo l’allarme scattato per la positività di un lavoratore stagionale.

Stamattina l’annuncio: 26 positivi in tutto, dei quali 25 dipendenti del resort. Liberi tutti e fine dell’incubo. Per le istituzioni sarde e i responsabili regionali della salute pubblica è stato un successo.

«La sanità sarda ha dato prova di grande efficienza, da quando abbiamo appreso del primo positivo a quando abbiamo liberato tutti sono trascorse appena 72 ore», spiega Acciaro, ribadendo che si tratta di casi di importazione.

«L’isola dei contagi è Ibiza non la Sardegna – chiarisce – è da lì che è arrivata la maggior parte dei positivi riscontrati in Sardegna». E sono soprattutto turisti. «Noi qui abbiamo ospitato un problema che non abbiamo, da noi la situazione è sotto controllo, non c’è alcuna emergenza», ribadisce l’esperto dell’Unità di crisi. Ma oltre Tirreno in molti la vedono diversamente. Ad accendere la miccia indiscrezioni di stampa che ipotizzano la chiusura totale della Sardegna.

«Il Governo – replica a stretto giro la dem Mura – non solo non ha mai dichiarato di voler chiudere la Sardegna ma sta lavorando perché scuole e tutti gli altri spazi di socialità ancora chiusi riaprano al più presto e in sicurezza».

Eppure l’insofferenza della Regioni che hanno avuto casi positivi al rientro dalle vacanze nell’Isola, è palpabile. «Il mancato rispetto delle regole nei locali della movida in Sardegna rischia di far esplodere una bomba virale», spara l’assessore della Sanità del Lazio Alessio D’Amato., che chiede quindi “test agli imbarchi dalla Sardegna”. Immediata la reazione stizzita del centrodestra sardo. Già questa mattina in una intervista a un quotidiano nazionale, il governatore Christian Solinas aveva rivendicato le sue mosse, stoppate perà da Roma. «Volevo i tamponi per i turisti, se il Governo avesse accettato non avremmo recrudescenza del virus, ma tutti mi vennero contro per riproporli oggi per tutta l’Italia con colpevole ritardo», questa la posizione di attacco del presidente.

«In Sardegna – ricorda poi – ci sono solo casi di importazione o di ritorno, persone già positive testate una volta nell’isola o sardi infettati in vacanza all’estero». Durissimo anche il presidente del Consiglio regionale, Michele Pais.

«Non siamo gli untori d’Italia – afferma l’esponente leghista – abbiamo cercato per mesi di proteggere l’isola e ci accusano di contagiare mezza Italia, ci sentiamo insultati come cittadini italiani e come popolo sardo, pretendiamo delle scuse».

Gli alleati fanno quadrato, da Fdi a Fi. «Il governo ipotizza di chiudere l’isola? Sono degli incapaci – è il refrain più gettonato – Anziché la Sardegna, bisogna chiudere l’esperienza fallimentare del governo Conte»

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Sonia