Le innumerevoli croci che ne disseminano il percorso l’hanno tristemente resa nota come “la Strada della morte“. È la Statale 129, l’importante arteria viaria che collega Nuoro a Macomer, sulla cui reale o presunta pericolosità abbiamo scritto più volte (APPROFONDISCI) così come dei proclami dei politici di turno che, all’indomani dell’ennesima tragedia, si mobilitano in massa su stampa e televisioni con progetti sulla sua messa in sicurezza di cui poi, nella realtà, a mesi e anni di distanza non sussiste riscontro (APPROFONDISCI). Resta sempre valido, dunque, il vecchio principio che ogni strada si può percorrere in sicurezza solo e se si rispettano e regole e, soprattutto, se si adegua la velocità alle sue problematiche. Ma questa è un’altra storia.
Ore 8,30: mascherina, guanti e autocertificazione conforme all’ultimo decreto regionale pronti. Una sosta al distributore di carburante e ci mettiamo in viaggio. Siamo ai primi giorni della cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza Coronavirus, quella dell’allentamento delle misure di sicurezza e della convivenza con il temuto virus Covid-19.
Anche se è ancora presto, le strade del Capoluogo barbaricino vedono già una certa mole di traffico. Molte attività sono ancora chiuse, alcune, come i bar del centro, pur potendo per decreto riprendere a lavorare, evidentemente non ritengono sufficientemente remunerativo il take away e preferiscono attendere uno sviluppo della situazione prima di rialzare le serrande. Man mano che ci spostiamo dal centro il traffico si dirada e il pochissimo che rimane prende la direzione della zona industriale di Prato Sardo.
Percorso il breve tratto di 131 DCN eccoci sulla vecchia due corsie. Il traffico automobilistico è pressoché nullo. Incrociamo solo furgoni e autoarticolati, gente che per lavoro non può fare a meno di viaggiare. Man mano che sul tachimetro scorrono i chilometri, lentamente affiora una riflessione: questo maledetto virus ha spazzato via molte, troppe vite umane, e questa è una realtà, ma grazie al fatto che ha costretto tutti a casa, quante vittime della strada ha risparmiato? Negli ultimi due mesi, di fatto, la cronaca degli incidenti stradali, in Sardegna è stata piuttosto succinta.
Intanto arriviamo prima nel il Goceano e poi nel Marghine, ma la fotografia è sempre la stessa, traffico automobilistico è pressoché nullo, ancora e solo mezzi pesanti, con la variante di un’ambulanza e un ciclista solitario.
Prima di Macomer le cose cambiano, allo svincolo con la Statale 131 le macchine ci ricompaiono, e arrivando nel Capoluogo ritroviamo quanto avevamo visto poco prima a Nuoro: ritrovata una certa “libertà”, la gente si muove, sia in auto che a piedi, non solo per commissioni e spesa ma, indossati gli abiti sportivi, per passeggiate e corsette, a piedi o in in bicicletta.
C’è da augurarsi che le nostre coscienze ci portino alla consapevolezza che l’unico modo per tornare a ritrovare una vera normalità sarà il rispetto delle prescrizioni e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, quali mascherine, guanti e distanziamento interpersonali, se no il rischio è che a breve, ci ritroveremo tutti nuovamente chiusi in casa, e con l’arrivo dell’estate, questa non è una bella prospettiva.
S.Nov. © Tutti i diritti riservati