La “Strada della morte” ai tempi del Coronavirus. Viaggio nella Statale 129 all’inizio della “Fase 2”

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La “Strada della morte” ai tempi del Coronavirus. Viaggio nella Statale 129 all’inizio della “Fase 2”

mercoledì 06 Maggio 2020 - 10:57
La “Strada della morte” ai tempi del Coronavirus. Viaggio nella Statale 129 all’inizio della “Fase 2”

Uno scorcio della Statale 129 (foto S.Novellu)

Le innumerevoli croci che ne disseminano il percorso l’hanno tristemente resa nota come “la Strada della morte“. È la Statale 129, l’importante arteria viaria che collega Nuoro a Macomer, sulla cui reale o presunta pericolosità abbiamo scritto più volte (APPROFONDISCI) così come dei proclami dei politici di turno che, all’indomani dell’ennesima tragedia, si mobilitano in massa su stampa e televisioni con progetti sulla sua messa in sicurezza di cui poi, nella realtà, a mesi e anni di distanza non sussiste riscontro (APPROFONDISCI). Resta sempre valido, dunque, il vecchio principio che ogni strada si può percorrere in sicurezza solo e se si rispettano e regole e, soprattutto, se si adegua la velocità alle sue problematiche. Ma questa è un’altra storia.

Una sosta al distributore di carburante (foto S.Novellu)

Una sosta al distributore di carburante (foto S.Novellu)

Ore 8,30: mascherina, guanti e autocertificazione conforme all’ultimo decreto regionale pronti. Una sosta al distributore di carburante e ci mettiamo in viaggio. Siamo ai primi giorni della cosiddetta “Fase 2” dell’emergenza Coronavirus, quella dell’allentamento delle misure di sicurezza e della convivenza con il temuto virus Covid-19.

Uno scorcio della Statale 129 (foto S.Novellu)

Uno scorcio della Statale 129 (foto S.Novellu)

Anche se è ancora presto, le strade del Capoluogo barbaricino vedono già una certa mole di traffico. Molte attività sono ancora chiuse, alcune, come i bar del centro, pur potendo per decreto riprendere a lavorare, evidentemente non ritengono sufficientemente remunerativo il take away e preferiscono attendere uno sviluppo della situazione prima di rialzare le serrande. Man mano che ci spostiamo dal centro il traffico si dirada e il pochissimo che rimane prende la direzione della zona industriale di Prato Sardo.

Uno scorcio della Statale 129 (foto S.Novellu)

Uno scorcio della Statale 129 (foto S.Novellu)

Percorso il breve tratto di 131 DCN eccoci sulla vecchia due corsie. Il traffico automobilistico è pressoché nullo. Incrociamo solo furgoni e autoarticolati, gente che per lavoro non può fare a meno di viaggiare. Man mano che sul tachimetro scorrono i chilometri, lentamente affiora una riflessione: questo maledetto virus ha spazzato via molte, troppe vite umane, e questa è una realtà, ma grazie al fatto che ha costretto tutti a casa, quante vittime della strada ha risparmiato? Negli ultimi due mesi, di fatto, la cronaca degli incidenti stradali, in Sardegna è stata piuttosto succinta.

Uno scorcio della Statale 129 (foto S.Novellu)

Uno scorcio della Statale 129 (foto S.Novellu)

Intanto arriviamo prima nel il Goceano e poi nel Marghine, ma la fotografia è sempre la stessa, traffico automobilistico è pressoché nullo, ancora e solo mezzi pesanti, con la variante di un’ambulanza e un ciclista solitario.

Uno scorcio della Statale 129 (foto S.Novellu)

Uno scorcio della Statale 129 (foto S.Novellu)

Prima di Macomer le cose cambiano, allo svincolo con la Statale 131 le macchine ci ricompaiono, e arrivando nel Capoluogo ritroviamo quanto avevamo visto poco prima a Nuoro: ritrovata una certa “libertà”, la gente si muove, sia in auto che a piedi, non solo per commissioni e spesa ma, indossati gli abiti sportivi, per passeggiate e corsette, a piedi o in in bicicletta.

Uno scorcio della Statale 129 (foto S.Novellu)

Uno scorcio della Statale 129 (foto S.Novellu)

C’è da augurarsi che le nostre coscienze ci portino alla consapevolezza che l’unico modo per tornare a ritrovare una vera normalità sarà il rispetto delle prescrizioni e l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale, quali mascherine, guanti e distanziamento interpersonali, se no il rischio è che a breve, ci ritroveremo tutti nuovamente chiusi in casa, e con l’arrivo dell’estate, questa non è una bella prospettiva.

Un ciclista nei pressi di Macomer (foto S.Novellu)

Un ciclista nei pressi di Macomer (foto S.Novellu)

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