Coronavirus. Ok alla didattica online ma quante famiglie hanno pc e tablet?

Sonia

Coronavirus. Ok alla didattica online ma quante famiglie hanno pc e tablet?

giovedì 26 Marzo 2020 - 17:05
Coronavirus. Ok alla didattica online ma quante famiglie hanno pc e tablet?

didattica online

Lettera di un genitore di Nuoro ai dirigenti scolastici e al “Premier Conte”

I tempi che stiamo vivendo non sono dei migliori. In poco tempo abbiamo dovuto stravolgere le nostre vite e adattarle a nuove circostanze come ad esempio stare a casa. Sono scattati nuovi meccanismi sociali per proseguire una quotidianità bruscamente interrotta come la prassi dello smart working e della scuola online.

C’è però una difficoltà pratica e insormontabile che sottovalutiamo quando parliamo di queste due impostazioni di operare tecnologicamente. Consideriamo che le famiglie con almeno un minore, tre su quattro non hanno un computer fisso; solo una su due ha un computer portatile; solo una su tre ha un tablet. Insomma ogni giorno in milioni di case si pone il dilemma: se hai due o più figli, a chi spetta il computer per la scuola online? E se nel frattempo i genitori sono in smart working, come ci si divide il pc di famiglia?

Il problema che ci pone un genitore di Nuoro che scrive sia al dirigente scolastico dove la figlia studia  e rivolge lo stesso quesito al Premier Conte.

«”I dispositivi informatici” di cui ad oggi mia figlia può disporre si limitano ad un computer portatile che deve condividere con il resto della famiglia, tra cui la madre che si trova a dover lavorare in smart-working, oltre al suo smartphone personale, strumento questo sicuramente non ottimale (eufemisticamente parlando) per lo svolgimento dei compiti a casa» scrive il genitore che precisa che: «questa circostanza la obbliga, di fatto, ad un impiego certamente eccessivo del telefono cellulare vista la particolare situazione che si è venuta a creare e la conseguente pretesa tout-court del sistema scolastico statale di far proseguire agli alunni le attività di apprendimento in modalità “didattica a distanza” (sic!)».

«Considerato quanto sopra mi domando cosa si voglia intendere con tale concetto, atteso che la realizzazione (non la mera intenzione di realizzare) una efficace didattica a distanza dovrebbe implicare sempre una adeguata capacità, anche tecnica, di realizzare una altrettanto efficace bidirezionalità nel processo tra docente e discente».

«Non si può ribaltare sulle famiglie, in questo momento già particolarmente angosciate e in gravi difficoltà persino nelle operazioni di quotidiana vita, anche il problema del reperimento degli strumenti di connessione virtuale per lo svolgimento di attività didattiche».
.

«Ieri 25 marzo, come tanti altri, ho avuto modo di ascoltare il Presidente Conte nell’informativa alla Camera sull’emergenza Covid-19, il quale – in merito alla questione della didattica  riferisce che si sarebbe investito tanto. Quindi tutto bene, nessuna preoccupazione: questa sarà una grande opportunità! Allora vorrei capere dove lo Stato avrebbe “investito” nella scuola e, ammesso che ciò sia vero, cosa la scuola avrebbe intenzione di fare per ribaltare ai discenti (gli utenti finali del servizio pubblico) tali presunti investimenti.»

«Per il resto preferisco tacere relativamente alla prospettata opportunità paventata dal nostro Premier! Per ora vedo l’opportunità di un aumento dell’abbandono scolastico, dell’impoverimento culturale di ampi strati delle nuove generazioni, comunque sia la parte migliore del Paese».

«Continuiamo a costringere i nostri figli a lavorare con gli smartphone, sottacendo sui problemi di arretratezza – anche sul piano del digitale – dei metodi, delle risorse umane, in generale della qualità, del nostro sistema scolastico oggi messi così in drammatica evidenza dall’emergenza sanitaria in corso, ed infine dell’inadeguatezza degli strumenti di apprendimento a disposizione degli studenti».

«Intanto, nelle more dell’intervento pubblico e nella speranza che la burocrazia non crei i consueti ostacoli, ancora una volta il privato interviene a supporto delle persone: Save the Children comunica nel suo sito web di avere “ … già iniziato la distribuzione dei primi 200 tablet a bambini e adolescenti particolarmente svantaggiati, per consentire loro di seguire le attività scolastiche e quelle dei centri “Fuoriclasse” attivi sul territorio di Milano, Torino, Aprilia e Bari”.  Quella stessa che scrive: “Il decreto “Cura Italia” prevede un fondo per le scuole di 85 milioni per mettere a disposizione degli studenti meno abbienti, in comodato d’uso, dispositivi digitali individuali come i tablet, oltre che per attrezzare le scuole e formare i docenti. È necessario che le scuole attivino immediatamente la distribuzione e che a queste consegne venga data priorità al pari dei beni essenziali”».

© Tutti i diritti riservati

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Sostieni l'informazione libera e indipendente di Cronache Nuoresi