Tracce di devozione nella Nuoro del passato: il bassorilievo di Salvatore Triscritti

La Nuoro del passato possiede tracce uniche e meravigliose del passaggio di chi ci ha preceduto; alcune sono lontanissime nel tempo, altre più recenti.

Concorrono insieme a comporre il vasto affresco della nostra città, il volto di un’antica quotidianità che emerge, a volte dall’assiduo ed incessante lavoro di estimatori e ricercatori, a volte dalle dolci memorie familiari custodite con tenerezza ed orgoglio.

È di memoria familiare ciò che si racconta oggi: Salvatore Triscritti noto “Carreddu” è nato nel 1895, è appassionato di scultura e di mestiere fa il tagliapietre nelle cave di granito di “Sa ‘e sos Frores” del Monte Ortobene.

Un uomo come tanti, in un tempo in cui fatica e sacrificio scandivano i ritmi della vita, accompagnati e sostenuti dalla fede religiosa.

La devozione di Triscritti ed il suo amore per la scultura prendono forma in una rudimentale opera granitica alta circa un metro, dove ad ogni spazio trovano posto alcuni bassorilievi, risalenti al 1951: il più grande è “Sa Mama e su chelu”.

Un viso severo, austero e rassicurante quello della Madonna, emerso dalla durezza del materiale, circondato ed accompagnato dall’immagine di una pavoncella e dai volti di un uomo ed una donna.

Salvatore Triscritti era il bisnonno di Pietro Mureddu, giovane nuorese cresciuto nel rione “San Pietro”, che ha sempre convissuto con l’estro dell’antenato: la lastra, inizialmente all’esterno di un cortile di proprietà degli eredi era “qualcosa che era abituato a vedere durante i giochi d’infanzia”.

Nessuna pretesa storica, ma una lieve traccia che fa rivivere l’eco di un passato tutto nuorese, che attraverso la memoria collettiva ed individuale si può ricostruire.

Fatima Becchere

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Sonia