La complessità del mondo negli scatti del World Press Photo, per la seconda volta a Gavoi

Sono un vero e proprio pugno nello stomaco molte delle immagini finaliste dell’edizione 2019 del World Press Photo, il più autorevole concorso di fotogiornalismo mondiale, creato nel 1955 dall’omonima fondazione olandese per promuove e tutela la libertà di informazione, di inchiesta e di espressione come diritti inalienabili. E la Sardegna ne ospita per il secondo anno consecutivo l’esposizione.

Gavoi – World Press Photo (foto S.Novellu)

Organizzata dall’associazione Jannas, partner ufficiale della Fondazione World Press Photo, la mostra è stata inaugurata a Gavoi lo scorso 25 ottobre, negli spazzi dell’Ex Caserma, e sarà visitabile fino al prossimo 24 novembre.

Gavoi – World Press Photo (foto S.Novellu)

Partita da Amsterdam nel mese di aprile, l’esposizione itinerante tocca cento città dislocate in quarantacinque Paesi, raggiungendo come ogni anno oltre 4 milioni di visitatori.

World Press Photo premia le fotografie che contribuiscono a ricostruire le storie e gli avvenimenti dell’anno appena trascorso.

Le complessità del mondo declinata in otto categorie in concorso: Storie di attualità, Ambiente, Notizie Generali, Spot news, Natura, Ritratti, Sport e Progetti a lungo termine.

Gavoi – World Press Photo (foto S.Novellu)

A questa edizione, la 62ma, hanno partecipato quasi 5000 fotoreporter e giornalisti di varie agenzie di notizia e testate editoriali internazionali con un totale di 78,801 immagini. 43 i finalisti (di cui 14 donne), provenienti da 25 differenti paesi: Australia, Belgio, Brasile, Canada, Repubblica Ceca, Egitto, Francia, Germania, Ungheria, Iran, Italia, Messico, Paesi Bassi, Norvegia, Filippine, Portogallo, Russia, Sud Africa, Spagna, Svezia, Syria, Turchia, Regno Unito, Stati Uniti, e Venezuela.

I premi più importanti, la foto dell’anno – World Press Photo of the Year e il reportage dell’anno, World Press Photo Story of the Year – riconoscimento introdotto quest’anno – sono stati assegnati rispettivamente a John Moore (USA) e Pieter Ten Hooper (Olanda). Entrambi hanno documentato i problemi delle migrazioni negli Stati Uniti.

World Press Photo of the Year – John Moore:Getty Images

Moore ha vinto con la foto (che ritrae una bambina dell’Honduras che piange mentre lei e sua madre vengono prese in custodia dagli agenti al confine tra il Messico e gli Stati Uniti) diventata l’emblema della separazione dei minori e della politica anti-immigrazione e “tolleranza zero” adottata dall’amministrazione Trump.

Hooper ha invece vinto con un reportage su una carovana di migliaia di migranti partita nei mesi di ottobre e novembre dal centro America e diretta verso negli Stati Uniti. Partita dall’Honduras, con il diffondersi della notizia, la carovana ha attirato persone provenienti anche da Nicaragua, El Salvador e Guatemala, con ben 7000 viaggiatori, di cui almeno 2300 bambini. I migranti hanno affrontato un viaggio estenuante, percorrendo ogni giorno circa 30 km a piedi, spesso con temperature superiori ai 30 °C.

Tra le altre fotografie, numerose sono le immagini che raccontano le crisi umanitarie e ambientali, i conflitti e la sofferenza di popoli lontani e vicini, la violazione dei diritti umani, e del diritto di stampa ed espressione. Sono storie di denuncia ma anche storie di resilienza, di speranza, di rinascita e di celebrazione della diversità.

World Press Photo: Reportage dell’anno – Marco Gualazzini:Contrasto

Tra i vincitori anche tre italiani: Marco Gualazzini (categoria Ambiente – per un lavoro sulla crisi umanitaria e ambientale nel Ciad); Lorenzo Tugnoli (categoria Notizie Generali – Storie, con un reportage che racconta la tragedia umanitaria in Yemen). Entrambi sono stati anche finalisti di World Press Photo Story of the year. Daniele Volpe, invece, si è assicurato il secondo premio, foto singole, categoria Notizie Generali, con una foto che documenta la distruzione causata dall’eruzione del vulcano Fuego a San Miguel Los Lotes in Guatemala.

Gavoi – World Press Photo (foto S.Novellu)

World Press Photo ci pone davanti alla complessità del mondo odierno e sollecita l’importanza del confronto e della conoscenza di una società ormai globale, perciò meritano attenzione e una collettiva riflessione.

L’organizzazione raccomanda la visione della mostra agli studenti e alle scuole, e offre un percorso di visita guidata per le classi degli Istituti di Istruzione Superiore (info@jannas.eu).

L’iniziativa ha il contributo del Comune di Gavoi e Vigne Surrau, il Patrocinio del Distretto Culturale del Nuorese e il sostegno di Aeroporti di Olbia – Geasar, Bim Taloro e Unione dei Comuni di Barbagia.

S.Novellu – © Tutti i diritti riservati

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Salvatore