15 gatti avvelenati: è accaduto ad Orosei, dove, nella piazza davanti alla chiesa di San Gavino sono stati ritrovati gli animali, ormai privi di vita.
La macabra scoperta è avvenuta ieri mattina ed è stata fatta da un gruppo di privati cittadini, che hanno tempestivamente avvertito la polizia municipale e fatto la denuncia sui social per individuare l’uomo (o la donna) che cosparge la zona di veleno
La zona risulta essere coperta da telecamere, nonostante questo per qualcuno è stato possibile agire a danno dei felini.
Purtroppo sono in aumento i casi di cani e gatti che muoiono a causa di esche avvelenate, lasciate in zone considerate strategiche per la presenza di questi animali.
Solitamente questi gesti sono quasi sempre conseguenti ad una manifestazione più o meno esplicita di insofferenza fino a tradursi nel gesto della soppressione verso soggetti più deboli; si pensa di restare impuniti.
Convinzione errata: si tratta e proprio reato: il codice penale nell’art. 544-bis prevede infatti che l’uccisione di animali «per crudeltà o senza necessità» sia tra le fattispecie penalmente rilevanti.
Se l’animale avvelenato si dovesse salvare si tratterebbe comunque di reato di maltrattamento per il quale è prevista la reclusione sino a 18 mesi.
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Chiunque sia capace di causare tanta sofferenza agli animali è capace di causarla alle persone. La morte per avvelenamento è la peggiore crudeltà possibile per le atroci sofferenze patite nella lunga agonia. Basterebbe attivare il servizio sterilizzazione della USSL e così evitare sofferenze inutili e gratuite. Si dice che per ogni gatto ucciso ci tocchino 7 anni di purgatorio; buon proseguo di cammino a chi perpetra tanto dolore.