Dalle acque del mare all’ospedale di Lanusei: è nata Rodayna

Durante la traversata da Tunisi a Genova Chaima (pronuncia Séima) e Laroussi, una giovane coppia, si trovava sul ponte del traghetto; improvvisamente, la donna ha sentito che le forze la stavano abbandonando ed il suo sguardo ed i suoi pensieri si sono immediatamente rivolti al piccolo che aspettava. Un piccolo che doveva nascere, non certo in quel momento, ma nella sua casa vicino a Modena, dove Laroussi lavora come operaio.

E′ il loro primo figlio, erano spaventati. Dopo i primi momenti concitati è arrivato l’aiuto: una motovedetta della capitaneria di porto di Arbatax li ha portati in Sardegna, dove alle 14,37 del 12 ottobre l’Ospedale Nostra Signora della Mercede di Lanusei ha dato il benvenuto ad una piccola di appena 2 kg, Rodayna (pronuncia Rudéin).

Nel frattempo era stata allertata  la direzione sanitaria dell’ospedale, con il direttore Ferdinando Angelantoni ed il dirigente medico Gigi Ferrai, che hanno monitorato l’evolversi della situazione, con fiducia nella professionalità degli operatori del reparto di Ostetricia.

Da quel momento è iniziata una splendida e commovente gara di solidarietà : dalla direzione sanitaria dell’ospedale è stata allertata l’assistente sociale ospedaliera, Teresa Camboni, mentre insieme con Ostetricia, gli operatori della Pediatria si sono presi amorevolmente cura della piccola Rodayna e della sua mamma. Si è attivata una grande e ben collaudata rete solidale: la Caritas ha provveduto a donare quanto possibile alla famiglia, Laroussi è stato ospitato in un ostello, consumando i pasti in Ospedale mentre le Suore Mercedarie di Ilbono e le volontarie di Barisardo hanno donato l’abbigliamento necessario alla piccola.

Il Comune di Lanusei si è inserito in questa rete, mettendosi in contatto col Comune di residenza di Laroussi: con la carta d’identità della piccola Rodayna la famiglia ha potuto proseguire il viaggio verso casa.

«Non immaginavo potesse esistere un popolo così – ha commenta  Laroussi con commozione  – volevo solo dire GRAZIE di cuore a tutti coloro che ci hanno teso la mano senza chiedere nulla in cambio, senza neanche sapere chi fossimo e dove andassimo».

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Sonia