Lutto nella cultura della Sardegna: si è spento a 89 anni Salvatore Mannuzzu

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Lutto nella cultura della Sardegna: si è spento a 89 anni Salvatore Mannuzzu

martedì 10 Settembre 2019 - 21:21
Lutto nella cultura della Sardegna: si è spento a 89 anni Salvatore Mannuzzu

Un ritratto dello scrittore Salvatore Mannuzzu

È morto su un letto d’ospedale, colpito da un malore Salvatore Mannuzzu, aveva 89 anni.

Lui che con il romanzo Snuff o l’arte di morire, aveva sezionato, analizzato e descritto la morte come sentimento umano, come paura, come incubo, come traguardo necessario e inevitabile di un’esistenza. Mannuzzu è morto nella sua Sassari che lo aveva visto prima magistrato, poi illustre deputato e sempre stimato scrittore, esempio per generazioni di nuovi letterati sardi, e non solo.

Nato a Pitigliano, in provincia di Grosseto, il 7 marzo del 1930, Mannuzzu ha sempre vissuto a Sassari. La carriera da magistrato lo ha impegnato dal 1955 al 1976, quando viene eletto alla Camera dei deputati, dove entra come indipendente nelle liste del PCI e ci resta per tre legislature consecutive, fino al 1987. In questo lasso di tempo ha fatto parte della Commissione giustizia ed è stato presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere in giudizio. Nell’aprile del 2002 è stato eletto anche vicepresidente della Fondazione Banco di Sardegna (oggi Fondazione di Sardegna).

Mannuzzu è stato un autentico punto di riferimento del panorama letterario sardo e nazionale. Il suo romanzo d’esordio, Un Dodge a fari spenti, scritto con lo pseudonimo Giuseppe Zuri, è pubblicato da Rizzoli nel 1962 e poi ripubblicato da Illisso nel 2002 con la firma in calce dell’autore. Ma è col romanzo Procedura, del 1988, che lo scrittore diventa noto al grande pubblico: vince il premio Viareggio per la narrativa nel 1989 e, sempre nello stesso anno, è insignito anche del premio letterario Giuseppe Dessì. Nel 1993 conquista un altro importante riconoscimento, il premio Grinzane Cavour per la narrativa italiana. Corposa la sua produzione letteraria, che vede, fra gli altri, i romanzi Un morso di formica (1989); Le ceneri del Montiferro (1994); Il terzo suono (1995); Il catalogo (2000); Alice (2001). Oltre a diversi racconti e saggi di politica.

Nel 1992 ha ottenuto il terzo posto al Premio Strega con La figlia perduta, vincendo però nello stesso anno la seconda edizione del Premio I Delfini del Tirreno e a Venezia il 30/o premio letterario Settembrini. Tra gli ultimi romanzi di successo, sempre per Einaudi, Snuff o l’arte di morire, uscito nel 2013. Ultimamente aveva partecipato all’antologia benefica Sei per la Sardegna, con gli autori sardi Francesco Abate, Alessandro De Roma, Marcello Fois, Michela Murgia e Paola Soriga.

La sua scomparsa ha suscitato molta commozione in Sardegna, condensata nelle dichiarazioni del sindaco di Stintino, Antonio Diana, che nel 2013 gli conferì il riconoscimento “Stintinese Doc”: «Lo ricordiamo come uno di noi, un cittadino stintinese, uno tra i più importanti autori contemporanei. Dalle sue storie, come Un morso di formica e Il terzo suono, traspariva una innegabile ambientazione stintinese».

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