Nuoro. Nel Rifugio di Pepa gli animali abbandonati trovano l’amore

Sonia

Nuoro. Nel Rifugio di Pepa gli animali abbandonati trovano l’amore

mercoledì 15 Maggio 2019 - 06:31
Nuoro. Nel Rifugio di Pepa gli animali abbandonati trovano l’amore

Gallo allo specchio nel Rifugio di Pepa

«Tutto è iniziato per passione. Poi però scatta quella cosa che la trasforma in una missione». A parlare  è  Consuelo Concas, 38 anni, nuorese, per la quale, la passione e la dedizione per gli animali sono diventate e il suo mondo.

Otto anni fa la scoperta di un serio problema di salute (carcinoma maligno), poi le cure, il trasferimento in campagna, una profonda analisi interna che l’ha portata a una svolta: l’inizio di una nuova vita partita da un’idea nata dal cuore ma che poi si è fatta concreta.

Consuelo Concas con i cani e i gatti

Consuelo Concas con i cani e i gatti

Nasce così il “Rifugio di Pepa“, un luogo  per accogliere animali in difficoltà, un impegno quotidiano per dare una voce a chi voce non ha e per difendere i diritti di chi viene calpestato. Concepito come una grande  famiglia allargata, in cui convivono cani, gatti e uccellini, ma anche porcellini d’india, pecore, agnelli, oche, tacchini, galline e anatroccoli.

Per Consuelo salvare gli animali è uno stile di vita: vegetariana e animalista convinta, per lei è inconcepibile l’utilizzo degli animali come bene di consumo però rispetta chi, per necessità, ci lavora, specialmente quando gli animali costituiscono l’unica fonte di guadagno. È contro un certo tipo di sfruttamento del mondo animale e il messaggio lo trasmette anche dalle sue pagine social. Condividendo non solo le iniziative del Rifugio ma anche video che mostrano le aberrazioni degli allevamenti intensivi ad esempio (APPROFONDISCI).

«Quando guardo una fettina, io vedo quello che c’è dietro» dice, e prosegue: «il Rifugio di Pepa, ci tiene a mostrare tutte le iniziative, quello che fa, gli animali che arrivano e l’utilizzo dei regali e dei soldi che gli vengono donati».

La maggior parte degli animali che arrivano sono in condizioni disperate. «Io e mio marito li amiamo come figli, ne siamo gelosi e ci preoccupiamo per loro» afferma Consuelo cui, quando parla della sua dolce metà, Franco Deidda, la sua roccia in questa missione, le brillano gli occhi.

Consuelo Concas con le pecorelle salvate

Consuelo Concas con le pecorelle salvate

La sua giornata è una corsa contro il tempo. Terminato il lavoro di cameriera si occupa come volontaria dei randagi in giro per la città oltre che dei suoi ospiti. «L’unico rimorso è che essendo tanti, devi dividere anche l’affetto, ma non è la quantità del tempo che passi con loro bensì la qualità a fare la differenza» ride nel dire questo Consuelo  perché ai suoi animali di affetto non ne manca, così come non gli manca il cibo, le cure e soprattutto l’igiene.

Mantenere ospiti così particolari ha un costo e sono tante le necessità: sterilizzazioni, antiparassitari, riabilitazioni, ma c’è bisogno anche di lettiere, vecchie coperte e maglioni, traverse, cucce, scarti di cibo e pane duro. Si accettano anche materiali da riciclo per costruire alloggi e recinti.

Alla domanda su come questa giovane e volenterosa donna vede il mondo e se stessa tra 10 anni risponde: «il mio desiderio è che il Rifugio di Pepa cresca e la gente impari a conoscerlo e ad apprezzarlo; io vorrei continuare ad avere la forza di lottare e proseguire in questa iniziativa»; con la speranza che le istituzioni garantiscano una tutela maggiore per aiutare chi ha deciso di intraprendere questa strada, sia vigilando su abbandoni e maltrattamenti, sia incentivando le sterilizzazioni.

Manuela Porcu © Tutti i diritti riservati

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