Il museo a cielo aperto di Maria Lai conquista in Sardegna il podio dei “Luoghi del Cuore”

Sonia

Il museo a cielo aperto di Maria Lai conquista in Sardegna il podio dei “Luoghi del Cuore”

giovedì 07 Febbraio 2019 - 06:10
Il museo a cielo aperto di Maria Lai conquista in Sardegna  il podio dei “Luoghi del Cuore”

Museo a cielo aperto di Maria Lai a Ulassai

Il Museo a cielo aperto di Maria Lai a Ulassai è il sito dell’arte più votato in Sardegna nel censimento nazionale I Luoghi del Cuore del Fai. Con 11.544 voti si posiziona prima a livello locale è 33° nella classifica nazionale; segue la Chiesetta di Sant’Antiogu Becciu di Sanluri con 4.884 (88° nella classifica nazionale) e il Giardino sonoro – Museo all’aperto Pinuccio Sciola di San Sperate con 3.796 voti (117 ° nella classifica nazionale).

Nel paese dell’Ogliastra che ha dato i natali alla grande artista di fama internazionale scomparsa nel 2013, è nato il Comitato per promuovere la candidatura composto da Fondazione Stazione dell’Arte, Comune, Associazione Sa perda e su entu e Pro Loco.

Dal centro abitato alla periferia, integrate ad arte con il territorio e le sue straordinarie bellezze ambientali e naturalistiche, si possono ammirare sculture, installazioni, interventi, testimonianza dell’intenso legame dell’artista con Ulassai. Oltre ai segni del suo genio creativo si trovano opere e interventi di Costantino Nivola, Luigi Veronesi e Guido Strazza.

L’itinerario parte dalla Stazione dell’Arte, Museo d’Arte contemporanea che custodisce 150 opere donate dall’artista tra terrecotte, telai, ceramiche, libri cuciti. Passeggiando per Ulassai e dintorni si incontrano oltre all’opera collettiva “Lavatoio” le creazioni di Maria Lai “Le capre cucite”, “La strada del rito”, “La Scarpata”, “Il gioco del volo dell’oca”, “La lavagna”, “Il muro del groviglio”, “La casa delle inquietudini”, i “Libretti murati”, “Pastorello mattiniero con capretta”, “Fiabe intrecciate. Monumento a Gramsci”, “La Strada del rito”, che si snoda lungo un percorso di sette km e altre ancora.  Impresse su muri, pareti verticali di roccia, aree dismesse, ex discariche. Porzioni di tessuto urbano e campestre da cui emergono fascinosi, telai, capre, pani, pesci, parti fossili di dinosauri, fili e parabole ferrigne protese e atte a captare probabili voci dallo spazio infinite.

Al censimento del Fai hanno partecipato oltre due milioni di persone.

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