Testimonzos: il TAR salva le case abusive e condanna il Comune a pagare le spese di giudizio

Sonia

Testimonzos: il TAR salva le case abusive e condanna il Comune a pagare le spese di giudizio

venerdì 14 Dicembre 2018 - 15:47
Testimonzos: il TAR salva le case abusive e condanna il Comune a pagare le spese di giudizio

L'assemblea pubblica su Testimonzos (foto C. Nuoresi)

I proprietari delle case di Testimonzos, un’area periferica dove sorgono circa 150 abitazioni abusive, vincono la loro battaglia giudiziaria contro il Comune che un anno fa aveva adottato una ordinanza che acquisiva al patrimonio pubblico l’area dove sono state costruite le villette. Il Tar,  ha annullato il provvedimento e ha condannato il Comune del capoluogo barbaricino al pagamento delle spese di giudizio. Per i giudici amministrativi non si è tenuto conto del piano di risanamento del Puc che dovrebbe essere messo in atto in un perimetro di circa 200 ettari dove sorgono appunto le case abusive.

«L’ordinanza è illegittima perché non tiene conto della disciplina stabilita dall’articolo 43 del Puc per le aree in questione», si legge nella motivazione della sentenza. Nel Puc approvato nel 2015, infatti, era stato inserito un piano di risanamento edilizio proprio per Testimonzos e le aree vicine, Corte, Murichessa e Gavotele, per consentire ai proprietari abusivi di regolarizzare la propria posizione. La condizione per poter fare questo è la costituzione di un Consorzio dei proprietari che si devono accollare gli oneri di urbanizzazione, cosa che non è stata ancora fatta. Ora gli abitanti della zona tirano un sospiro di sollievo.

«Siamo pienamente soddisfatti della sentenza – ha detto all’ANSA l’avvocato Lorenzo Palermo che insieme ai colleghi Fabrizio Mulas, Benedetto Ballero e Daniele Succu, ha difeso la posizione dei lottisti di Testimonzos – Il Tar ha stabilito ciò che noi chiedevamo, ovvero che si dia corso al procedimento di regolarizzazione dell’area. Questa sentenza mette al sicuro i lottisti che non perdono le loro proprietà e consente di stimolare entrambe le parti, proprietari e Comune, a proseguire la pratica per la regolarizzazione dell’area. È inoltre un monito – ha concluso Palermo – affinché l’amministrazione comunale valuti bene future ordinanze di esproprio».

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