Legge suinicoltura. PD: “polemiche strumentali ed elettorali”. Caria: “allevamento non in pericolo”

«La polemica innescata in questi giorni sulla Legge regionale sulla suinicoltura (APPROFONDISCI) da certa parte politica non è altro che un becero tentativo di anticipare la campagna elettorale alimentando, con false argomentazione, diatribe vuote di contenuti». Così il segretario del Partito Democratico della Sardegna, Emanuele Cani, e il vicesegretario, Franco Sabatini, vanno all’attacco di chi ha sollevato dubbi attorno alla norme sugli allevamenti familiari.

«La nuova legge non introduce misure in danno agli allevatori di tipo familiare, nulla cambia per chi decide di allevare maiali e produrre maialetti: si richiede solo una opportuna registrazione finalizzata al censimento e alla regolarizzazione delle attività, come hanno fato oltre 6.000 produttori dal 2010 a oggi, e ciò allo scopo di combattere quelle forme di allevamento che non rispettano le norme sanitarie e del mercato – dicono. Il nostro obiettivo è quello di non disconoscere le antiche tradizioni del settore agropastorale le quali necessitano, però, di essere regolamentate anche attraverso la registrazione delle aziende».

Dello stesso avviso il gruppo PD in Consiglio regionale che parla di«una polemica che alla luce dei dati della realtà sarda non ha ragione d’essere e si basa su presupposti non veritieri. In Sardegna esistono al 31/07/2018 (fonte Anagrafe Nazionale Zootecnica) 15.788 allevamenti di suini. Di questi n. 15.025 sono definiti a ciclo chiuso, cioè con animali da riproduzione, e 314 sono definiti con orientamento produttivo di tipo familiare. Chi vuole invece passare da allevatore “familiare” ad allevatore produttore anche di maialetti con qualsiasi dimensione dell’allevamento deve solo registrarsi come tale, così come hanno fatto oltre 6.000 allevamenti dal 2010 ad oggi con l’entrata in vigore del D.lgs. 200/2010 sulla identificazione e registrazione dei suini».

«Con la nuova legge sulla suinicoltura, del 2 agosto 2018, l’allevamento e il consumo tradizionale del tipico maialetto sardo non sono in pericolo. Il tam tam sui social network alimentato in questi giorni, è una bufera all’interno di un bicchiere d’acqua che, veicolata sulla rete, ha raggiunto livelli di disinformazione paurosi». Lo sostiene l’assessore dell’Agricoltura, Pier Luigi Caria, in merito alle polemiche sulla norma che riguarda l’allevamento familiare.«Nelle direttive di attuazione del provvedimento, che l’assessorato ha iniziato a elaborare, saranno meglio chiarite le modalità e le procedure da seguire», aggiunge l’esponente della Giunta che poi ricorda: «la legge sulla suinicoltura, votata quasi all’unanimità da maggioranza e opposizione del Consiglio regionale, è frutto di un lavoro costante e preciso portato avanti dalla Commissione Quinta e dai tanti consiglieri coinvolti che, con centinaia di ore di lavoro, hanno ascoltato tutti i portatori di interesse del comparto: dagli allevatori ai trasformatori passando per le diverse associazioni di categoria».

«La tradizione millenaria delle nostre produzioni suine non è minacciata da questa legge – osserva Caria – ma da decenni di Peste suina africana, che per troppo tempo, ha condannato la nostra Isola a embarghi vergognosi che hanno mortificato la straordinaria operosità dei nostri allevatori. Superiamo questa fase di incomprensione e mettiamoci tutti al lavoro per rilanciare un comparto dalle tante e troppe potenzialità di sviluppo ancora inespresse».

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Salvatore