IsReal. Il cinema del reale torna a Nuoro: ospiti d’onore Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel

Saranno Lucien Castaing-Taylor e Véréna Paravel gli ospiti d’onore della 3° edizione di IsReal – Festival di Cinema del Reale “Sguardi sul Mediterraneo”, manifestazione organizzata dall’Istituto Regionale Superiore Etnografico di Nuoro, con il contributo della Fondazione di Sardegna e della Fondazione Sardegna Film Commission. Si tratta della prima retrospettiva dedicata alla coppia di autori su territorio nazionale.

Negli ultimi anni, i lavori dei due registi hanno ridefinito le frontiere del documentario, spaziando dall’osservazione immersiva alle pratiche installative. Leviathan (2012), il documentario girato sui pescherecci al largo di Boston che li ha imposti a livello mondiale, è un viaggio sconvolgente per originalità e potenza visiva, realizzato con videocamere leggere Go-Pro che hanno permesso un approccio innovativo e radicale alla materia filmata. Il loro ultimo lavoro, Caniba (2017), presentato al Festival di Venezia, è lo scioccante ritratto di Issei Sagawa, accusato di cannibalismo nel 1981. Il film consiste in un intenso faccia a faccia con il protagonista che, privo di rimorsi e come in balia della dimensione allucinatoria connaturata al gesto commesso, rievoca l’impulso che l’ha spinto a trasformare in atto criminoso un desiderio d’amore.

A Nuoro, nei giorni del Festival, in programma tra il 2 e il 6 maggio 2018, sarà presentata l’opera integrale dei due registi, a cominciare da Sweetgrass (2009), realizzato dal solo Castaing-Taylor, e Foreign Parts (2011), girato da Paravel con J.P. Sniadecki. A completare l’omaggio, Somniloquies (2017), prodotto dal duo a partire dalle registrazioni sonore dei complessi racconti pronunciati nel sonno dal cantautore Dion McGregor.

«Si tratta di un’opportunità unica per incontrare due tra gli autori più rilevanti del panorama internazionale – afferma il direttore artistico di IsReal, Alessandro Stellino  il loro lavoro è avanguardistico: negli ultimi anni hanno portato l’antropologia visuale verso territori inediti e sconosciuti, senza timore di scioccare o reverenza nei confronti dell’accademia, di cui peraltro fanno parte. La visione di Leviathan, nel 2012, è stata una rivelazione assoluta: si tratta di una pietra miliare del documentario contemporaneo, un’opera spartiacque con la quale si dovranno fare i conti ancora a lungo. Inoltre Castaing-Taylor ha curato l’edizione del fondamentale Cinema transculturale di David MacDougall, pubblicato in italiano proprio dall’ISRE. La presentazione al pubblico del lavoro dei due registi ci permette dunque di riconnetterci in maniera ancora più salda con i gloriosi trascorsi dell’Istituto e del SIEFF, per spalancare ulteriormente le frontiere della sperimentazione e della commistione di forme e linguaggi che sta al cuore di IsReal».

In occasione della partecipazione dei due autori al festival, l’ISRE, in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari e di Sassari, ha aperto una call per la partecipazione a un workshop, destinato agli studenti dei corsi di antropologia visuale su territorio nazionale, durante il quale i partecipanti avranno occasione di incontrare i registi e discutere insieme a loro le metodologie di ricerca e di lavoro in uso al SEL (Sensory Ethnography Lab) di Harvard, avanguardistico centro di pratica e studio per l’antropologia visuale.

Il presidente dell’ISRE Giuseppe Pirisi aggiunge: «È con grande soddisfazione che l’Istituto si accinge a presentare una terza edizione del Festival ancora più densa e ricca di quella che l’ha preceduta solo sette mesi fa. Il riposizionamento di IsReal in primavera, sua sede originaria, ci permette di collocarlo correttamente all’interno del calendario di eventi isolani, e non solo, in maniera tale da dargli tutto il risalto necessario. Molte saranno le novità di questa edizione, a porre le basi per il consolidamento di una manifestazione che sta rapidamente conquistando una posizione di sempre maggior rilievo all’interno del panorama nazionale e internazionale».

La terza edizione di IsReal prenderà il via nella serata di mercoledì 2 maggio con la proiezione inaugurale, evento d’apertura di una cinque giorni all’insegna del cinema da tutta Europa, con un Concorso Internazionale che offrirà il meglio della produzione contemporanea, dando particolare attenzione alle opere realizzate nell’ambito del bacino del Maditerraneo, in aggiunta alla retrospettiva preannunciata e ad alcuni eventi fuori concorso di grande rilevanza.

In attesa di comunicare il programma completo della manifestazione, verrà annunciata a breve anche la presenza, all’interno della manifestazione, di una giornata dedicata agli addetti ai lavori e ai professionisti del settore, allo scopo di rafforzare la rete di collegamenti tra IsReal e gli altri Festival operanti in ambito documentario e fare di Nuoro un polo centrale per lo scambio di idee e di pratiche intorno al cinema del reale.


I registi. Lucien Castaing-Taylor è il direttore del SEL (Sensory Ethnography Lab) di Harvard ed è tra i fondatori di “Visual Anthropology Review”, rivista edita dall’American Anthropological Association. Ha curato l’edizione di Visualizing Theory: Selected Essays from V.A.R. 1990-1994 e di Cinema transculturale di David MacDougall (edito in Italia dall’I.S.R.E.). Véréna Paravel, antropologa e cineasta, insegna all’Università di Harvard e a Parigi. Alcuni suoi lavori sono esposti in maniera permanente al MOMA di New York; altri sono stati presentati alla Tate, al Whitney Biennial e a documenta.

I film. Sweetgrass (2009). Elegia priva di malinconia dell’Ovest Americano, il film segue gli ultimi cowboy dei nostri tempi mentre conducono al pascolo estivo le loro greggi di pecore tra le montagne del Montana, scenari dal fascino sconvolgente e allo stesso insidiosi. Un’opera di sontuosa e implacabile bellezza, capace di rivelare allo sguardo un mondo in cui la natura e la cultura, gli animali e gli uomini, la vulnerabilità e la violenza sono intimamente connessi. Foreign Parts (2010). All’ombra del nuovo stadio dei New York Mets, il quartiere di Willets Point è una zona industriale segnato dalla demolizione. Colmo di discariche e sfasciacarrozze, privo di marciapiedi e corridoi di scolo, l’area sembra essere indietro anni luci dagli standard di sviluppo urbano. Ma tra i rifiuti e i rottami si muove un’umanità che si costituisce come comunità autonoma, sulla base di pratiche di commercio alternative, in una lotta quotidiana per la sopravvivenza. Leviathan (2012). Girato a bordo di un peschereccio al largo della costa di Boston, un documentario che si avventura ai limiti del filmabile: la coppia di antropologi-registi descrive il meccanismo stritolante e disumanizzante dell’economia di sfruttamento, partendo dalle teorie di Hobbes e servendosi di una dozzina di telecamere Go-Pro attaccate alle reti o gettate in mare. Un’opera di straordinaria audacia formale e potenza visiva, capace di ribadire a ogni nuova inquadratura la necessità di qualunque progetto di documentazione etnografica di porre al centro delle proprie preoccupazioni metodologiche la questione di come inquadrare cioè che ci è sconosciuto. Somniloquies (2017). Viaggio onirico in compagnia dei sonniloqui di Dion McGregor, musicista newyorchese studiato come caso clinico per l’incredibile capacità di raccontare, in tempo reale e nel sonno, i suoi stessi sogni: una produzione ricchissima di storie, universi surreali e oscuri, umorismo e toni macabri registrati per sette anni dall’amico Mike Barr. Un’opera onirica e insieme concreta nella quale il corpo, seppure sfuocato, resta sempre in campo, al centro dell’inquadratura. Caniba (2017). Studente alla Sorbona di Parigi, Issei Sagawa viene arrestato il 13 giugno 1981 mentre cerca di svuotare due valigie insanguinate contenenti i resti della compagna di corso Renée Hartevelt. Pochi giorni prima l’aveva uccisa nel proprio appartamento, divorandone poi parti del cadavere. Dichiarato insano di mente, ha fatto ritorno in Giappone dove, messo al bando dalla società, ha vissuto del suo crimine per oltre trent’anni, scrivendo romanzi e manga in cui ha rievocato il delitto nel dettaglio, per lavorare, saltuariamente, anche come critico gastronomico.

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Sonia