Macomer. Scontro in consiglio comunale sul tema migranti. La minoranza abbandona l’aula

Depositate oltre 231 firme per il referendum sul CPR

Come era facilmente prevedibile la polemica fra minoranza e maggioranza sulla realizzazione a Macomer di un Centro di permanenza e rimpatrio, nei locali dell’ex carcere, dopo giorni di batti e ribatti sulla stampa e sui social, è deflagrata in consiglio comunale. La minoranza ha infatti chiesto di discutere il punto all’ordine del giorno che riguardava il referendum sul tema richiesto da un variegato schieramento di forze di destra e sinistra. Il sindaco Antonio Succu ha però rinviato l’argomento riferendo che è in corso una richiesta al prefetto sulla legittimità o meno del referendum, in quanto non inerente gli argomenti di pertinenza comunale. A sua volta il prefetto ha fatto richiesta al ministro degli interni.

La cosa non è piaciuta al gruppo di opposizione che ha immediatamente abbandonato l’aula e

La minoranza consiliare di Macomer (foto P.g..Vacca)

indetto una conferenza stampa. A quest’ultima hanno partecipato, in una inconsueta compagine, anche la rappresentante del Movimento Cristiano Gina Falchi e del Comitato “No CPR” Arturo Uleri. Sono volate le accuse contro la maggioranza che «sta avvilendo il ruolo del consiglio comunale e, a fronte di una vivissima discussione in città, non si vuole portare l’argomento in consiglio e si continua a a parlare solo sui social». Riccardo Uda ha minacciato di non partecipare più alle riunioni del consiglio fino a quando non si affronterà l’argomento. Giuseppe Ledda ha invece accusato come non ci sia niente di ufficiale depositato in comune, che chiarisca la struttura e il funzionamento del CPR. Gina Falchi, infine, ha annunciato che sono state depositate in comune 231 firme per richiedere il referendum. Quasi contemporaneamente, dopo la seduta del consiglio, il sindaco Succu ha avuto un incontro con la stampa per chiarire la posizione della maggioranza. Secondo il primo cittadino la questione esula dalle competenze del comune per cui il quesito è stato posto al prefetto che, a sua volta, lo ha girato al ministero.  «Non ho vanificato nessuna richiesta di referendum, come avrei potuto a stretta interpretazione del regolamento. L’ho invece mantenuta in piedi, e se ne discuterà, con le mie richieste di chiarimento». Il sindaco ha poi ripreso le assicurazioni, già illustrate, sulla natura e funzione del CPR, dal quale non si potrà uscire e per il quale, oltretutto, è stata prevista, oltre quella interna, una sorveglianza esterna. Contemporaneamente verrà assicurata ai residenti una permanenza dignitosa con la presenza di mediatori culturali, insegnanti, educatori, personale sanitario, oltre che quello ordinario. La fornitura di scheda telefonica e del poket money. Ci sarà la possibilità di un controllo sulle condizioni di vivibilità dignitosa, da parte di un osservatore terzo. Il sindaco Succu ha poi insistito sui posti di lavoro che si aggirerebbero tra gli 80 e i 100. La polemica è destinata a continuare, un CPR in Sardegna dovrà essere realizzato comunque secondo le direttive del Ministero.

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Sonia