Neonata muore dopo un rigurgito. La pediatra: sindrome di morte in culla

Il medico: «in Italia un caso ogni duemila bimbi nati»

«Non abbiamo informazioni a sufficienza sul caso, quindi non si possono fare diagnosi a distanza. In linea generale può essersi trattato di un caso di sindrome di morte improvvisa di lattante in culla».

Così Giuseppe Masnata, presidente regionale della Società italiana di pediatria, sul decesso della neonata di appena un mese avvenuta in una abitazione di Quartu Sant’Elena.

La morte della piccola di appena un mese è avvenuta intorno alle 9.40 in una abitazione di via Basciu, a Quartu Sant’Elena. La madre ha subito chiamato il 112, poi è corsa fuori per chiedere l’aiuto immediato dei passanti. Un operaio di una ditta della nettezza urbana che lavorava nella zona, vedendo la giovane in preda alla disperazione, ha telefonato anche lui ai Carabinieri.

Sul posto sono arrivate le pattuglie di Quartu e il personale del 118 che ha tentato per 45 minuti di rianimare la neonata, ma non c’è stato nulla da fare.

Dagli accertamenti è emerso che il decesso è stato causato da un rigurgito. Probabilmente dopo la poppata, la mamma ha fatta addormentare la piccola e quando è tornata a controllarla si è accorta che non respirava più.

La bambina era nata il 22 settembre scorso, la coppia ha un’altra figlia.

Il dott. Masnata, primario di urologia e nefrologia pediatrica al Brotzu, spiega che la sindrome «ha una incidenza in Italia dello 0,5 su mille bambini nati, un caso quindi ogni duemila». Elenca poi una serie di accorgimenti per le famiglie.

«Posso consigliere alcune precauzioni per i genitori: prima di mettere a dormire i bimbi allattati al seno o artificialmente bisogna attendere il tempo del ruttino in modo che i neonati possano espellere l’aria, bisogna poi metterli in culla a pancia in su, ed evitare di inserire oggetti morbidi nella culla, coperte o trapunte troppo spesse. Utilizzare inoltre dei materassi rigidi».

Per il presidente regionale della Società italiana pediatri quella di Quartu«è una tragedia enorme, un lutto terribile che i genitori dovranno elaborare».

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Salvatore