Siccità e turismo in Sardegna: impianti e reti ottimizzati per garantire l’acqua

Impianti e reti portati al massimo delle loro potenzialità per garantire l’acqua ai sardi e ai turisti e presidi H24 per un sistema inadeguato, con il 60% delle reti e degli impianti che ha più di 40 anni e che Abbanoa con investimenti strutturali, manutenzioni ordinarie e straordinarie, sta progressivamente migliorando.

Questo è il resoconto dell’Ente gestore per garantire in una stagione estiva record quella in corso, il servizio idrico, che dai dati sui volumi di acqua erogata in rete e depurata rappresenta la stagione più impegnativa.

Nonostante le restrizioni notturne che a causa dell’emergenza idrica interessano i Comuni approvvigionati dagli invasi più in sofferenza, proprio in virtù della domanda diurna crescente gli impianti di potabilizzazione al servizio delle zone costiere hanno aumentato la produzione di acqua potabile distribuita in rete.

Sono diverse le criticità affrontate dai tecnici di Abbanoa nel corso dell’inverno per mettere a norma gli impianti di potabilizzazione (oltre 40) e depurazione (oltre 350)  e dei sollevamenti idrici e fognari; le infrastrutture di adduzione (le condizioni critiche degli acquedotti, ovvero del sistema che porta l’acqua dai potabilizzatori ai serbatoi comunali, con interi tratti che hanno oltre mezzo secolo di attività alle spalle).

Ma la vera emergenza affrontata riguarda le ridotte fonti di approvvigionamento (l’85% della risorsa proviene da invasi artificiali, ma la siccità interessa sempre di più anche le fonti locali, usate per il 15%); l’elevato livello di perdite idriche (55% contro una media nazionale del 36%).

Una soluzione è stata trovata con il “progetto Oliena” che verrà man mano esteso a 230 Comuni.

Significativo l’andamento dei consumi a Posada, la cui produzione (impianto fresco di importanti lavori di efficientamento) è passata da appena 19 litri al secondo a 30 litri al secondo con uno sforzo enorme da parte di Abbanoa a causa della scarsissima qualità dell’acqua in arrivo dall’invaso del Maccheronis. Aumento anche per Taddore, che rifornisce di acqua anche una delle località entrate nel top delle scelte turistiche della stagione 2017, Orosei: la produzione è passata da 137 a 143 litri al secondo. Crescita delle portate di acqua erogata dal potabilizzatore di Tortolì, la cui area di competenza registra un aumento dei consumi (da 53 litri al secondo si è passati a 65,5). L’aumento delle temperature ha fatto impennare i consumi anche nei centri dell’interno della Sardegna. Marcia a pieno ritmo l’impianto di Janna ‘e Ferru, al servizio di Nuoro e dei centri del nuorese, che in agosto è passato da una produzione di 342 litri al secondo ai 380 litri al secondo attuali. Sempre tra gli impianti dell’area Centro, il potabilizzatore di Sos Canales (Alà dei sardi, Buddusò, Bitti, Onanì, Lula, Orune, Lodé, Osidda, Nule, Benetutti, Bultei, Anela, Bono, Bottida, Burgos, Esporlatu) è passato da 84 a 100 litri al secondo.

La produzione dell’acqua potabile è ottenuta dal trattamento nella quasi totalità di acque di invasi, pertanto risente di diversi fattori legati sia alle oscillazioni della richiesta nell’arco dell’anno e sia alle variazioni climatiche: la stagione siccitosa che ha interessato anche la Sardegna ha innescato una vera emergenza sul fronte della qualità dell’acqua. In questo momento la risorsa in arrivo agli impianti necessita di trattamenti spinti e attenzione fuori dai normali standard.

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Sonia