Omicidio di Erika Preti. Due coltellate alla gola dopo una lite per un tavolo sporco

Fricano: lei iniziò a insultarmi, mi colpì alla testa con un fermacarte in pietra e non ci ho visto più

«Mentre litigavamo, lei mi ha colpito alla testa con un fermacarte in pietra».

È uno dei passaggi del racconto fornito ai suoi avvocati da Dimitri Fricano, il giovane biellese che ora è accusato di avere ucciso la fidanzata Erika Preti lo scorso giugno durante una vacanza in Sardegna.

Ai Carabinieri, nelle prime fasi delle indagini, Fricano – che effettivamente presentava i segni di un trauma – aveva detto di essere rimasto vittima (insieme alla ragazza) dell’aggressione di uno sconosciuto che si era intrufolato nella villetta.

«Mi aveva rimproverato perché il tavolo era sporco. C’erano troppe briciole. Allora abbiamo iniziato a insultarci e non ci ho più visto». E’ quanto ha detto Dimitri Fricano, il trentenne biellese che ha confessato di avere ucciso a coltellate la fidanzata Erika Preti durante una vacanza in Sardegna.

«In accordo con i genitori di Dimitri – ha detto l’avvocato Alessandra Guardini che ieri sera ha accompagnato in procura a Biella il reo confesso, dopo una videoconferenza con il legale sardo, Roberto Onida – il nostro obiettivo è sempre stato quello di arrivare alla verità, qualunque potesse essere. Questo anche nel rispetto di Erika e della sua famiglia, che non dovrà attendere per avere giustizia».

IL SINDACO DI PRALUMBO: LE VOLEVAMO TUTTI BENE: «Erika cosi è stata uccisa due volte»: così Raffaella Molino, sindaco di Pralungo (Biella), il paese della giovane donna ammazzata a coltellate durante una vacanza in Sardegna, dopo la confessione del fidanzato, Dimitri Fricano. «Quel ragazzo – dice Molino – per dieci anni è stato accolto in casa dai genitori e dalle nonne di Erika. Il fatto che l’abbia uccisa lui distrugge il poco che ancora era rimasto di quella brava ragazza. Alla quale tutta Pralungo voleva bene. È giusto che paghi per questo delitto».

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Salvatore