Delitto Monni-Masala: è giallo sulle telefonate del supertestimone e su chi ha fatto fuoco

Le conversazioni telefoniche tra il supertestimone Alessandro Taras e suo fratello con un investigatore, di cui non c’è traccia nei tabulati della compagnia telefonica, restano al centro del processo a carico di Paolo Enrico Pinna, il giovane di 19 anni accusato con il cugino Alberto Cubeddu, di 21, degli omicidi di Gianluca Monni e Stefano Masala, uccisi tra il 7 e l’8 maggio del 2015.

Nell’udienza celebrata oggi al Tribunale dei minori di Sassari, la Procura ha presentato una nota con cui i Carabinieri che avevano investigato in seguito ai due delitti confermano che quelle telefonate ci sono state e che sono state intercettate e trascritte.

Affermazioni che contribuiscono a rendere ancora più inspiegabile il motivo per cui non risultino nei tabulati consegnati dal Gestore e acquisiti su richiesta dei legali della difesa, gli avvocati Agostinangelo Marras e Angelo Merlini.

Già una settimana fa i difensori avevano sottolineato questa anomalia, rilevando come nelle informative dei carabinieri si desse conto di quelle conversazioni telefoniche che non compaiono nei tabulati. Oggi la conferma da parte degli investigatori, ai quali i due legali replicheranno nel corso della prossima udienza, fissata per il 23 febbraio.

CHI HA SPARATO? Per ora la difesa non è entrata nel merito delle novità emerse nel corso degli ultimi giorni: secondo la Procura di Nuoro, infatti, l’esecutore materiale dell’omicidio di Gianluca Monni è Alberto Cubeddu, mentre Paolo Enrico Pinna, minore all’epoca dei fatti, sarebbe rimasto a bordo dell’auto di proprietà della famiglia di Stefano Masala, il giovane di Nule di cui da quel giorno non si è più avuta traccia.

Tuttavia nell’ordinanza che ha portato in carcere Pinna, lo stesso viene indicato come colui che ha sparato le fucilate mortali contro lo studente di Orune.

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Sonia