Trova in casa un bracciale epoca nuragica e lo dona all’associazione Nurnet

Sonia

Trova in casa un bracciale epoca nuragica e lo dona all’associazione Nurnet

giovedì 12 Gennaio 2017 - 14:44
Trova in casa un bracciale epoca nuragica e lo dona all’associazione Nurnet

Il bracciale donato all'associazione Nurnet

Il monile spedito in forma anonima assieme a una lettera

Un bracciale di epoca incerta, presumibilmente nuragica o addirittura pre-nuragica, è arrivato in un plico anonimo alla sede della Fondazione Nurnet-La Rete dei Nuraghi, a Cagliari.

Il prezioso reperto archeologico in bronzo è stato spedito con una raccomandata accompagnata da una lettera scritta a mano. È stato Antonello Gregorini, presidente dell’associazione impegnata a promuovere la civiltà nuragica e preistorica della Sardegna, a fare la piacevole scoperta e una volta aperto il pacco, ha subito informato la Soprintendenza ed i Carabinieri.

Il presidente dell'associazione Antonello Gregorini

Il presidente dell’associazione Antonello Gregorini

Questa mattina è stato consegnato ai Carabinieri del nucleo Tutela Patrimonio Culturale. Il reperto dovrà poi essere studiato dagli archeologi della Soprintendenza. Il donatore scrive di averlo trovato tra i ricordi di famiglia e che era in possesso dei suoi genitori dal 1956. «È un oggetto che appartiene alla comunità – scrive – non sono un trafficante né un tombarolo, tanto meno lo erano i miei genitori».

Nella lettera si fa riferimento alla zona di ritrovamento del prezioso reperto, in un cantiere in Ogliastra tra Lanusei, Arzana e Ilbono. Gregorini spera che l’anonimo mittente si sia convinto che un oggetto del genere dovesse essere restituito alla collettività anche alla luce degli appelli lanciati da Nurnet per “restituire ciò che è di tutti”. «Di forma ellittica, all’apparenza in bronzo, ricoperto di simboli in bassorilievo legati alla rigenerazione, al concetto di dea madre e di rinascita quotidiana, simboli che troviamo nelle Domus de Janas – spiega – nella parte bassa riporta 14 doppie v simili a grappoli d’uva, una doppia spirale di traverso e una serie di altre spirali».

L’apertura da cui verosimilmente veniva infilato il polso è di due centimetri. «Insieme alle misure complessive del bracciale, farebbe pensare ad un abbellimento realizzato per un bambino o per una donna esile, non certo per il polso di un forte, nerboruto e muscoloso guerriero».

Ora la fondazione Nurnet si augura che questo gesto possa fungere da stimolo e lancia un appello: «Chiunque si ritrovi in casa un reperto non può far altro che restituirlo anche in forma anonima».

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