“Non potho reposare”, un omaggio musicale particolare per i nostri lettori

Sonia

“Non potho reposare”, un omaggio musicale particolare per i nostri lettori

sabato 24 Dicembre 2016 - 11:57
“Non potho reposare”, un omaggio musicale particolare per i nostri lettori

Il disco A diosa (Sini-Rachel) cantato dal tenore M.Carta

Con l’augurio di un sereno Natale, rendiamo omaggio ai nostri lettori con una versione particolare della struggente melodia che da oltre un secolo continua ad ammaliare i sardi e il mondo: Non potho reposare, la più bella, la più famosa, la più amata delle canzoni sarde, nelle esecuzioni storiche più celebri

Non potho reposare, amore e coro,

pessende a tie so donzi momentu;

no istes in tristura, prenda ‘e oro,

ne in dispiaghere o pensamementu,

t’assicuro chi a tie solu bramo,

ca t’amo forte, t’amo, t’amo, t’amo.

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1-Salvatore-Sini-detto-Badore-10x15-1Inizia così A Diosa, la poesia che avvocato – poeta Salvatore Sini, noto Badore (Sarule 1873 – Nuoro 1956), scriveva un caldo pomeriggio del 23 luglio del 1915, mentre sull’Italia da appena due mesi soffiano gli impetuosi venti di guerra del primo conflitto mondiale. Quei versi, che dopo qualche giorno avrebbero incontrato la struggente musica del maestro Giuseppe Rachel (Cagliari 1857 – Nuoro 1937) col tempo sarebbero diventati la celebre Non potho reposare, la canzone che più di ogni altra ha rappresentato Nuoro e la Sardegna nel mondo. Quasi un inno identitario, un mito. È un mito che dura nel tempo quella canzone scritta da Sini e Rachel, e che a oltre un secolo non cessa ancora di appassionare e coinvolgere chi la canta e chi la ascolta; anche se ultimante qualcuno inspiegabilmente ha scritto che “assurdamente il famoso brano si stato dimenticato”. A onor del vero andrebbe detto che il brano Non potho resposare, e i suoi autori Sini e Rachel, non sono mai stati dimenticati; così come la loro A Diosa (titolo originario del brano) «motivo a noi tanto caro – come scrisse a riguardo al maestro Gian Paolo Mele – e, ormai, patrimonio comune fra i beni immateriali di radice nuorese sarda ». Gli autori e il celebre brano musicale sono stati degnamente ricordati in una Conferenza e concerto organizzato nel 2010 dal Rotary Club di Nuoro, e più recentemente nel 2015 con un Convegno – studi tenutosi a Sarule (patria di Badore Sini) per conto dell’Amministrazione Comunale locale.

A dimostrazione che A Diosa – Non potho reposare, sia sempre viva nel cuore di tutti e nuoresi e oltre i confini della Sardegna, Cronache Nuoresi, ha voluto dedicare in due puntate (per Natale e Capodanno) una rassegna cronologica nel tempo di tracce audio della canzone, a partire dagli Anni Trenta fino ai tempi nostri. Si tratta d’incisioni storiche con il fascino del fruscio dei vecchi dischi del passato, per finire con le più recenti incisioni di celebri voci internazionali, passando per i cori nuoresi, che per primi hanno portato la diffusione del celebre brano in Sardegna e nel mondo.

Il diario di Sini con la data e i primi versi di Non potho reposare

Il diario di Sini con la data e i primi versi di Non potho reposare

Interpreti: Il tenore Maurizio Carta, Il Coro di Nuoro – solista Mario Delussu -, Il Coro Barbagia – solista Giuseppe Tanchis e Andrea Parodi. A seguire: Coro Barbagia – solista Antonello Sotgiu, Coro Su Nugoresu – solista Tonino Puddu, Coro Ortobene – tenore Piero Pretti e il celebre tenore internazionale Placido Domingo.

Prima parte:

Maurizio Carta

Maurizio Carta

A Diosa, anno 1930 cantata da Maurizio Carta, incisione su disco Pathé Actuelle. Si tratta dell’incisione “storica” della più vecchia versione su disco. L’interprete è il tenore lirico Maurizio Carta di Mogoro. Nato nel 1904 da famiglia della media borghesia (il padre era Cancelliere di Tribunale), sin da giovane il cantante dimostrò grandi doti vocali, tanto da destare interesse da parte del direttore della casa discografica Paté, che udendolo cantare nel corso di una serata musicale, nel 1928 gli propose un’incisione discografica. Fu quella la prima di una serie di fortunate incisioni che con discreto successo furono trasmesse dall’EIAR (l’emittente radiofonica di allora). La peculiarità di Maurizio Carta fu l’eclettismo della sua voce; non si limitava, infatti, alla sola esecuzione di brani tradizionali, ma si dilettava volentieri con l’esecuzione di arie e romanze operistiche. Ritenuto una delle più belle voci sarde del primo Novecento, tenne con successo vari concerti a Milano e a Roma. Fu protagonista del concerto inaugurale del Teatro “Del Carmine” di Tempio.

Il Coro di Nuoro al Campanile d'oro del 1954-55

Il Coro Barbagia al Campanile d’oro del 1954-55 – M.Delussu 3° a sinistra in 2° fila

Non potho reposare, Coro di Nuoro, solista Mario Delussu, Torino anno 1957 registrazione dal vivo. Si tratta di una registrazione effettuata per iniziativa del musicista e musicologo Gavino Gabriel. La formazione del Coro di Nuoro è quella della storica partecipazione del 1955, che due anni prima aveva portato il coro nuorese in finalissima nazionale alla famosa trasmissione radiofonica “Campanile d’Oro”, presentata allora dal giovanissimo Enzo Tortora.

Il Coro di Nuoro in una foto del 1966 - Giuseppe Tanchis primo da destra in secondo piano

Il Coro di Nuoro in una foto del 1966 – Giuseppe Tanchis primo da destra in secondo piano

Non potho reposare, Coro Barbagia di Nuoro 1966 diretto da Banneddu Ruiu, solista Giuseppe Tanchis. Si tratta di una delle più diffuse incisioni discografiche del celebre brano, realizzato dalla RCA Italiana, dal titolo “Sardegna Canta e Prega”. La voce solista è quella del tenore Giuseppe Tanchis, insuperato interprete della versione per coro polifonico folkloristico.

Andrea Parodi

Andrea Parodi

Non potho reposare, Tazenda 1988, solista Andrea Parodi (Portotorres 1955 – Quartu Sant’Elena 2006). Considerata la versione che maggiormente ha contribuito alla diffusione nel mondo del brano musicale, grazie alla splendida voce del grande interprete prematuramente scomparso, che la eseguì fino agli ultimi concerti tenuti nonostante minato dalla grave malattia che ne provocò la morte il 17 ottobre del 2006.

Michele Pintore

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