Omicidio Dina Dore: la difesa di Rocca chiede di riaprire l’istruttoria

Sonia

Omicidio Dina Dore: la difesa di Rocca chiede di riaprire l’istruttoria

martedì 18 Ottobre 2016 - 06:45
Omicidio Dina Dore: la difesa di Rocca chiede di riaprire l’istruttoria

L'avvocato della difesa Mario Lai (foto Cronache Nuoresi)

Il legale: «riesaminare prove e analisi sul Dna»

Riaprire l’istruttoria per riesaminare una lunga serie di prove, ad iniziare dalle analisi del Dna presente sul nastro adesivo con cui fu legata la vittima.

Lo chiede la difesa di Francesco Rocca al processo d’appello per l’omicidio di Dina Dore, moglie dell’imputato – condannato in primo grado come mandante all’ergastolo – uccisa il 26 marzo del 2008 nel garage della loro abitazione, a Gavoi.

La richiesta è stata presentata dall’avvocato Mario Lai, che nell’udienza di questa mattina, ha parlato per cinque ore, tessendo la propria trama difensiva davanti alla giuria popolare chiamata a confermare o ribaltare la sentenza di primo grado.

Secondo la tesi della difesa, già avanzata nella precedente udienza dall’altro avvocato difensore Angelo Manconi, la condanna di Rocca deriva da un’istruttoria incompleta, basata su testimonianze inattendibili e su prove non certe. L’avvocato Lai ha chiesto a più riprese che siano rivalutate molte delle prove su cui è stata formulata la sentenza di primo grado.

A partire dalle tracce di Dna presenti sui pezzi di nastro adesivo con cui il killer legò la vittima. Il legale della difesa ha chiesto espressamente che sia chiamato in aula il perito di parte, e che sia riesaminata con cura la sua relazione: “Le tracce di materiale biologico presenti sul nastro adesivo sono sufficienti per analizzare con tecniche moderne il Dna.

Quelle tracce sono già state isolate, sono conservate e sono disponibili per un’analisi che potrebbe dare risposte completamente nuove a questa corte”, ha sostenuto l’avvocato Lai.

L’udienza è stata aggiornata al 24 ottobre, quando la parola passerà al procuratore generale per la controreplica.

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