Idea Motore: un primo maggio amaro per gli 80 lavoratori che boicottano lo smantellamento dei macchinari

Sonia

Idea Motore: un primo maggio amaro per gli 80 lavoratori che boicottano lo smantellamento dei macchinari

lunedì 02 Maggio 2016 - 12:02
Idea Motore: un primo maggio amaro per gli 80 lavoratori che boicottano lo smantellamento dei macchinari

I lavortori di Idea Motore davanti ai cancelli dello stabilimento

Oggi incontro a Cagliari dei sindacati per capire se c’è ancora un margine di trattativa

Continua il presidio degli 80 lavoratori di Idea Motore davanti ai cancelli dello stabilimento di Prato Sardo per tentare di evitare lo smantellamento dei macchinari per trasferirli in Romania.

Venerdì scorso, infatti due tecnici incaricati dalla Nidec Sole sono arrivati, in sordina, nel capoluogo barbaricino per visionare gli impianti della linea produttiva dell’ex fabbrica che produceva motori per lavatrici.

Una visita inattesa quanto improvvisa che ha fatto aumentare il timore da parte dei lavoratori, del sindacato e delle istituzioni locali che ogni tentativo di trattativa in corso  con il colosso giapponese, aperta nelle scorse settimane sia definitivamente saltata.

Oggi, comunque i rappresentanti sindacali sono a Cagliari, in un incontro in Regione, per capire se ci sono ancora possibilità di dialogo con il colosso giapponese oppure l’idea del rilancio della produzione debba essere definitvamente accantonata.

Il 12 maggio, andra all’asta il capannone della fabbrica che costituisce l’unica realtà metalmeccanica di Nuoro.

«Oggi per noi è un primo maggio amaro, eravamo pronti a festeggiarlo con la speranza di poter rientrare a lavorare in quello stabilimento- scrivono così i lavoratori di Idea Motore nella pagina personale facebook dedicata all’azienda. Ma domani inizieranno a smontarlo portandone via il cuore. Abbiamo vissuto questo mese coscienti del fatto che tutto poteva succedere, ma sicuri sulla correttezza delle parti in causa che si erano dati il tempo per la contrattazione. Noi eravamo parte della contrattazione. Il nostro futuro lavorativo era appeso a un filo e noi ci siamo aggrappati convinti che tra persone corrette ci si possa fidare e abbiamo dato spazio, così come si doveva, a chi era titolato a trattare. Oggi scopriamo che non esistono trattattive ma che il più forte vince sempre. Oggi prendiamo consapevolezza che il finale della nostra partita era già scritto, perché si era già visto altre volte nel nostro territorio».

Rammarico anche per il primo cittadino di Nuoro Andrea Soddu che commenta così la notizia dell’ormai certo trasferimento della produzione all’estero.

«La notizia ci lascia sgomenti, abbiamo portato anche ieri la nostra solidarietà ai lavoratori che in questi giorni stanno manifestando davanti ai cancelli dell’azienda. Un piccolo gesto simbolico in una giornata importante come quella del primo maggio. Pur constatando l’impegno dell’assessore Piras per una risoluzione della vertenza, ci dispiace aver saputo dell’esito negativo della trattativa tra regione ed azienda a cose fatte, le comunicazioni non sono state sollecite come ci aspettavamo, sapevamo che trovare una soluzione ad un caso che rientra nelle logiche del mercato globale non sarebbe stato semplice, tuttavia come amministrazione comunale non vogliamo rassegnarci e continueremo a lottare insieme ai lavoratori per chiedere alla giunta Pigliaru di attivare le misure necessarie per dare serenità ai lavoratori. Avevamo già ragionato su proposte di fiscalità di vantaggio e continueremo a sostenere con ogni mezzo la battaglia per il lavoro nel nostro territorio e combatteremo contro ogni tentativo di sciacallaggio e speculazione politica della vicenda, perché il dramma di queste famiglie non ha colore politico».

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