1 Maggio: una festa amara per un’isola del lavoro che non c’è

Sindacati: oggi è occasione per ribadire che il lavoro è l’unico modo per il rilancio

Le operaie di Ottana sulla ciminiera a 180 metri d’altezza, i segretari metalmeccanici sul silo dell’Alcoa a Portovesme, i dipendenti di Eurallumina, quelli dell’area industriale di Porto Torres che vedono sfumare il sogno del polo della chimica verde, le “magliette rosse” di Meridiana. Tutto questo senza contare le centinaia di lavoratori di una miriade di aziende di minori dimensioni, quelle che non sono mai sotto i riflettori e non appaiono sulle prime pagine dei quotidiani… che da anni cercano di barcamenarsi tra un rinnovo di cassa integrazione e l’altro per tirare a campare.

Insomma, i lavoratori dell’ottava regione in Europa con il tasso di disoccupazione giovanile (56,4%) più elevato nel 2015.

Nuoro, festa del Primo Maggio 2015 (foto S.Novellu)

Domenica è anche la loro festa. «Siamo affezionati alla ricorrenza, e per questo ci organizziamo» spiega il segretario regionale della CGIL, Michele Carrus. Il Primo Maggio, per il sindacalista «è l’occasione per ribadire che il lavoro, quello vero e buono, costituisce l’unico modo per rilanciare il Paese, specie in aree deboli come la Sardegna e il Mezzogiorno dove la crisi è più dura e il governo nazionale più distratto». Dove le vertenze industriali sono legate da un unico filo conduttore: «Un sistema energetico non competitivo che, in assenza del metano, impedisce il rilancio. Abbiamo un’unicità nel settore metallurgico con l’alluminio, il piombo e lo zinco: il Paese decida se è un comparto strategico, e se sì, allora si faccia in modo che l’energia sia disponibile e a prezzi convenienti». L’energia non è l’unico limite. «C’è il problema trasporti, le nostre produzioni scontano un gap determinato dai tempi di spostamento. Serve una politica che garantisca pari opportunità ai cittadini e alle imprese in termini di continuità territoriale». Servono politiche in grado di creare lavoro. Come? «Attraverso gli investimenti pubblici, avviando una grande stagione di cantieri verdi». Sarà anche un Primo Maggio con i gazebo e i banchetti. «Continueremo la raccolta firme sulla proposta di legge popolare per riscrivere il diritto del lavoro manomesso, e per chiedere un referendum abrogativo per cambiare le regole sui voucher, il sistema degli appalti e i licenziamenti».

Nuoro, intervento di Michele Carrus alla festa del Primo Maggio 2015 (foto S.Novellu)

Il segretario regionale della CISL, Oriana Putzolu, lascerà passare il Primo Maggio «i cui temi del lavoro affidiamo, tradizionalmente, a un altro importante momento, cioè la festa di Sant’Efisio». Ma già da lunedì «ci attendiamo di vedere al più presto discussa in Consiglio regionale la proposta di legge della Giunta per l’organizzazione dell’Agenzia del lavoro e i servizi dell’impiego e già rimandata perché mancava il parere del Cal». Si tratta di una legge importantissima, conclude Putzolu, «perché riscrive le regole del mercato del lavoro in Sardegna alla luce delle nuove disposizioni nazionali previste dall’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro, recentemente introdotta con il Jobs Act e a cui ci dobbiamo adeguare».

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Sonia