Dipendenti e sindacati in sit in davanti al palazzo dell’ex Provincia contro i tagli

Sono 44 i posti di lavoro a rischio a Nuoro

Mobilitazione questa mattina in tutta la Sardegna dove 400 lavoratori delle ex Province hanno manifestato contro il rischio licenziamenti, per l’immediato rinnovo dei contratti a termine, la definizione di un organo di governo stabile per l’Ente, il rafforzamento delle tutele giuridiche, economiche e professionali dei lavoratori coinvolti nelle riforme e nelle riorganizzazioni, per il riassetto delle competenze e delle funzioni nel nuovo schema istituzionale e per rivendicare risorse certe per le Province onde evitare il blocco degli stipendi e la funzionalità dei servizi.

Mentre a Cagliari alcuni dipendenti sono già stati licenziati e a Sassari molti dipendenti sono precari con contratti di collaborazione, a Nuoro la situazione vede 5 giovani con contratto a tempo determinato in scadenza oggi, altri in scadenza a Giugno per arrivare a Settembre con 44 posti di lavoro a rischio. Giovani, alcuni dei quali mediatori culturali, assunti grazie ai progetti delle politiche comunitarie.

I sindacati (FP CGL, CISL FP e UILFPL) chiedono che durante la fase di riordino regionale nessun dipendente venga mandato a casa, che la Regione faccia chiarezza sul destino dei lavoratori delle ex province e che venga istituito un fondo per le politiche comunitarie in modo da poter rinnovare i contratti in scadenza.

«Parliamo di lavoratori – denuncia Giorgio Mustaro, Segretario Provinciale CISL FP – che ormai da due anni stanno prestando la loro opera in servizi specialistici. Si trattava di un progetto europeo che molto intelligentemente la provincia di Nuoro ha saputo sfruttare utilizzando i finanziamenti che erano però solo per due anni. Adesso la Regione dice che fondi non ce ne sono più e quindi il progetto non può essere prorogato. Ci auguriamo che questi ragazzi possano continuare a lavorare – conclude Mustaro –  e sopratutto possano poi essere inseriti nel progetto finale di inserimento nell’agenzia del lavoro dove andranno a finire tutti i lavoratori che oggi sono in capo ai centri per il servizio per l’impiego».

Antonio Cadoni

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Sonia