Pubblicista denuncia delle anomalie durante le votazioni per il rinnovo del Consiglio dell'Odg.

Il marchio dell’Ordine dei giornalisti

Si è rivolto alla direzione nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, per segnalare le anomalie del voto in Sardegna, un giovane pubblicista sardo che votava per la prima volta per il rinnovo del Consiglio regionale dell’Odg. In una lettera, inviata anche all’ANSA, Fabrizio Congiu, un frate cappuccino, ha voluto raccontare la sua esperienza: «Appena sono arrivato ho pagato la tassa annuale e mi sono recato al seggio dove mi è stata porta la scheda elettorale. Mentre mi accingo a scrivere, subito una segretaria mi propone un nome da votare come revisore dei conti. Chiedo agli scrutatori la lista ufficiale dei candidati (che dovrebbe comprendere, in questo caso, tutti i pubblicisti) ma mi hanno risposto che non ve n’era e mi hanno passato un bigliettino un po’ sgualcito dove c’erano alcuni nomi da votare. Quindi ho chiesto se questi erano i candidati ‘ufficiali’ e quasi tutti mi hanno risposto che si erano candidati solo loro. Dopo aver votato, ho chiamato un collega e gli ho chiesto se tutto questo era normale e lui mi ha risposto che è sempre stato così. Allora ho deciso di scrivere per raccontare la mia prima giornata di voto all’Ordine dei giornalisti della Sardegna.

E mi sono venute in mente le parole del presidente uscente, Filippo Peretti, in occasione della relazione di fine mandato sabato scorso: «La crisi sta indebolendo il sistema complessivo dell’informazione, spetta innanzitutto ai giornalisti il compito di difendere e rafforzare l’autonomia e il ruolo di una professione essenziale in un sistema democratico’. Allora ho pensato che il miglior modo per difendere e rafforzare l’autonomia e il ruolo del giornalisti sarebbe innanzitutto quello di eleggere normalmente chi assume il compito di dirigere l’Ordine, in questo caso a livello regionale. Se le elezioni non vengono eseguite a norma di legge, e quindi non viene eletto democraticamente il direttivo dell’Ordine, difficilmente si potrà parlare di ‘sistema democratico’, tanto meno di difesa e rafforzamento del ruolo di giornalisti».

Share
Published by
Sonia