Peste suina. Forma: ok il piano straordinario ora teniamo in sicurezza la filiera

Un allevamento di suini

“Piano straordinario per l’eradicazione della peste suina africana in Sardegna”, Forma: “Positivo il giudizio sul Piano.

Ora però mettiamo subito in sicurezza quel che rimane della filiera suinicola”

Ieri mattina la Sesta Commissione in Consiglio Regionale ha espresso all’unanimità parere favorevole sul “Piano d’azione Straordinario per il contrasto e l’eradicazione della peste suina africana in Sardegna”.

Si tratta di un Programma d’azione straordinario triennale (2015-2017) sul quale l’Amministrazione Regionale ha scommesso ampiamente. In gioco c’è quel che rimane della suinicoltura sarda e di tutto il sistema di trasformazione e lavorazione di carni suine e dei suoi prodotti derivati.

“L’obiettivo di contrastare finanche a eradicare la peste suina africana – dichiara il consigliere regionale del Partito Democratico Daniela Forma – risulta essere una scommessa che si inserisce a pieno titolo nella strategia di considerare il settore dell’Agroalimentare e la valorizzazione delle nostre produzioni locali di qualità come una delle leve sulle quali far risollevare la nostra economia regionale, divenendo occasione di valorizzazione dell’intera filiera produttiva oltre che foriera di nuove opportunità occupazionali.”

“Complessivamente, considero questo Programma straordinario un buon programma. Traspare infatti, in maniera inequivocabile, la ferma volontà di superare la principale criticità che è stata propria dei precedenti “tentativi di eradicazione” della PSA: finalmente risulta chiaro chi detiene la linea di comando e “chi deve fare che cosa”. Il Programma straordinario prevede poi tutta una serie di misure finalizzate al nostro obiettivo che risultano, a mio avviso, ponderate, efficaci e risolutive.

Vi è però una esigenza che è dell’oggi e non può attendere i risultati attesi in un tempo ragionevolmente individuato di tre anni. L’esigenza è quella di mettere in sicurezza quel che rimane della filiera suinicola sarda. L’esigenza è quella di creare un “cordone sanitario” a protezione di tutti quegli operatori della filiera suinicola che finora hanno avuto la “fortuna” di non vedere la propria attività bloccata o messa in ginocchio dalla peste suina africana.

E allora, se è condivisibile e ragionevole una strategia di massima in cui il territorio della Sardegna venga suddiviso in grandi raggruppamenti (in funzione di una analisi del rischio per PSA) e le azioni del Programma Straordinario di lotta al suino irregolare e al pascolo brado, le azioni di miglioramento della biosicurezza aziendale e le azioni di controllo ufficiale delle aziende suinicole siano attivate in modo graduale, progressivo e centripeto, seguendo una gradualità del rischio; risulta altrettanto ragionevole e opportuno affiancare una strategia che preveda prioritariamente un intervento sinergico intorno alle aziende e agli stabilimenti che potrebbero essere pregiudicati dall’insorgenza di un focolaio di peste suina africana.

“Ciò significa – conclude Daniela Forma – che bisognerebbe individuare i “superstiti” allevamenti accreditati ad alto livello di Biosicurezza e tutti gli stabilimenti (macelli, centri di lavorazione e sezionamento delle carni, centri di confezionamento e salumifici) che potrebbero vedere, da un giorno all’altro, la propria attività bloccata dall’insorgenza di un focolaio di peste suina e perseguire le azioni previste dal Piano Straordinario nel raggio di 10 Km. dalla loro presenza per mettere in sicurezza quello che rimane del settore dell’Agroalimentare che, contro tutto e contro tutti, è riuscito fino ad oggi a rimanere in piedi e a dare il proprio contributo alla valorizzazione della filiera suinicola sarda e all’economia regionale”.

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Sonia