Piero Pretti spopola all’Opera di Roma con il Rigoletto

Parma, Teatro Regio: Piero Pretti (è il Duca di Mantova nel Rigoletto)

In continua ascesa la carriera del tenore lirico nuorese Piero Pretti

Il giovane artista nuorese Piero Pretti si è nettamente affermato nel ruolo del Duca di Mantova, risquotendo grande successo nel Rigoletto andato in scena al Teatro dell’Opera di Roma il 21 ottobre scorso, sotto la direzione del Maestro Renato Palumbo.

Ancora una conferma, dunque, per il tenore in un ruolo a lui particolarmente congeniale (Rigoletto è la sua opera preferita – ndr.), un personaggio che ha portato in scena con grande successo nei più prestigiosi teatri del mondo, a conferma del brillante esordio avvenuto nel 2009 (nei panni di Achill nell’opera Iphigenie en Aulide di Gluk, sempre al Teatro dell’Opera di Roma, diretto dalla “bacchetta” del Maestro Riccardo Muti).

A seguire poi un’intensa e impegnativa carriera, che lo ha visto calcare i palcoscenici nazionali e internazionali: nel 2013, Rigoletto al Teatro Regio di Torino, tournée in Nuova Zelanda con Madama Butterfly, Ballo in maschera al Teatro alla Scala di Milano, Traviata al Teatro La Fenice di Venezia, Trovatore ad Amsterdam, Messa da requiem al Teatro San Carlo di Napoli; nel 2014, Lucia di Lammermoor al Teatro alla Scala di Milano, Rigoletto al Teatro dell’Opera di Vienna, Traviata al Teatro dell’Opera di Vienna, Rigoletto al Teatro dell’Opera di Monaco, Vespri Siciliani a Madrid, Nabucco a Orange (Francia), Rigoletto al Coven Garden di Londra e Lucia di Lammermoor al Teatro Petruzzelli di Bari.

Dotato di una squillante voce da tenore lirico, Piero Pretti possiede una linearità di canto che gli consente una facilità di emissione anche nelle note anche più acute, il tutto in aderenza al ruolo del Duca di Mantova, ruolo che arricchisce con un fraseggio schietto e spontaneo. L’interpretazione data dall’artista il 21 ottobre al Teatro dell’Opera di Roma, è servita a dare smalto alla stagione lirica che si è aperta nella capitale con il capolavoro verdiano. «Una stagione – come scrive Virgilio Celletti – che si è aperta tra luci e ombre, per il difficile momento che il grande teatro romano sta attraversando a causa dei licenziamenti che si profilano all’orizzonte. Altre ombre purtroppo hanno caratterizzato il discutibile allestimento, messo in scena dal regista Leo Muscato, che ha proposto una scenografia non certo accattivante (ma a questo, ormai i registi attuali ci stanno sempre più abituando). Niente più dunque, sfarzosi saloni di regge ducali, ambientate nella Mantova rinascimentale, ma squallidi parallelepipedi che calano dall’alto, che con molta fantasia da parte dello spettatore, dovrebbero rendere l’idea del palazzo del duca popolato di cortigiani. Ma le “ombre” dovute allo squallore scenico, sono certo maggiormente servite a mettere in evidenza le “luci”, dovute il cast degli interpreti. E nel cast – come riporta anche Celletti – primeggiano le svettanti voci del tenore Piero Pretti, nel ruolo del Duca di Mantova e del soprano Ekaterina Sadovnikova nel ruolo di Gilda, applaudito anche il baritono Giovanni Meoni nella parte di Rigoletto».

Michele Pintore

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Sonia