PD: il partito dei giovani che però li esclude dal voto

Una tessera del PD

Giovane dirigente e componente della segreteria Provinciale escluso dal voto

C’era una volta Matteo Renzi, classe 1974, giovane rampante del PD, di matrice democristiana e come tutti sanno attuale presidente del Consiglio

Renzi e la sua rivoluzione che ha aperto le porte ai giovani con la prospettiva di creare un nuovo partito  dinamico e capace di un reale cambiamento.

Un “tam tam” che si è esteso anche nelle sezioni locali, nuova linfa e specialmente slogan che i politici locali di questo schieramento hanno usato in previsione dei Congressi.

Macomer 10 ottobre 2014, il dirigente e componente della segreteria provinciale dei Giovani Democratici Daniele Nieddu, con tutte le buone intenzioni e credendo nei valori che il suo partito trasmette e decanta, si reca in occasione del Congresso, a esprimere il suo diritto di voto.

Ed ecco che i sogni di un giovane che crede ancora nei valori della politica e in un partito che vuole creare una nuova classe dirigente vengono improvvisamente  infranti: il garante del congresso e il segretario provinciale Peppino Pirisi non permettono a Daniele Nieddu di votare in quanto il suo nome non risulta fra gli iscritti.

A questo punto ci si chiede come fa il nome di un dirigente e componente della segreteria provinciale, dunque impegnato attivamente, a  non risultare fra gli iscritti?

Ma la situazione,  già abbastanza imbarazzante, degenera infatti come afferma Nieddu: «dopo questa negazione a  esercitare il mio diritto di voto, ho insistito ed ho ricevuto insulti dal Garante e dal Segretario che mi hanno definito “un burattino andato lì per svolgere il compitino d’altri”. Ho fatto allora notare che la delibera n. 21 della Commissione Nazionale del congresso, dello scorso ottobre, dice chiaramente che  l’iscrizione ai Giovani Democratici è al tempo stesso iscrizione al Partito Democratico, salvo diversa esplicita richiesta” e  che i giovani democratici “esercitano il diritto di voto nei circoli”. Non mi hanno ascoltato ed ho allora chiesto che quanto successo fosse verbalizzato. Ad un ulteriore rifiuto ho insistito  per oltre un’ora e solo l’intervento del responsabile organizzativo regionale del Pd ha fatto sì  che quanto accaduto fosse messo a verbale».

Immediate le reazioni di dissenso da parte di quei giovani dello stesso partito che come dice Matteo Renzi “credono in una nuova politica fatta col sorriso sulle labbra”, e fortunatamente non sono stati zitti sulla gravissimo gesto irregolare perpetrato ai danni di Daniele.

«Impedire ad un Giovane Democratico di esprimere attivamente la propria partecipazione ai processi decisionali del Partito, insultarlo trattandolo da burattino, non è solo  una  violazione esplicita al regolamento congressuale ma sul piano squisitamente politico è un vero e proprio attacco alla dignità dei Giovani Democratici e a quel mondo di impegno giovanile nella politica che è il serbatoio del Partito Democratico» afferma Laura Mura componente della segreteria provinciale.

Mentre  Mauro Usai il segretario regionale dei Giovani Democratici evidenzia che : «impedire ai Giovani Democratici di partecipare al momento più alto della vita del Partito, il congresso appunto, è davvero inaccettabile, evidenzia l’incapacità di una classe dirigente vecchia e logora a riconoscere il potenziale di una generazione che sia a livello nazionale (basta guardare il gruppo parlamentare) che a livello regionale e locale (basta pensare alle centinai di consiglieri comunali che prendono  migliaia  di voti)  rappresenta l’ unica fonte di sopravvivenza del partito nei territori. Una classe dirigente che ci costringe, nostro malgrado, a pensare alla rottamazione come all’esclusiva  via per dare al Partito Democratico la possibilità di andare avanti. Siamo e rappresentiamo la manodopera, fisica ed intellettuale, del Partito, grazie alla quale  i circoli rimangono aperti ed attivi: così quello  di Macomer al quale si devono tante iniziative sia durate la campagna elettorale delle  ultime elezioni regionale al fianco del candidato Presidente Francesco Pigliaru sia nelle scuole e in quelli che noi chiamiamo i luoghi del conflitto  nei quali noi  giovani del partito ci muoviamo, cresciamo e ci formiamo».

Dunque ci si auspica che il grave episodio sia stato marginale e che la realtà dia ragione ai giovani, come sottolinea Usai: «Noi Giovani Democratici della Sardegna non siamo certo quelli che questa classe di dirigenti si aspettava fossimo: abbiamo iniziativa, discutiamo, pensiamo di far parte a tutti gli effetti del Partito. Censuriamo i comportamenti dei dirigenti come il segretario provinciale di Nuoro ed il Garante del congresso provinciale presente a Macomer, li denunciamo e li porteremo all’ attenzione degli Organismi Nazionali, come tentativo di esclusione dalla vita del partito pur essendo i veri protagonisti del suo importante cambiamento e non accetteremo più queste arroganti dimostrazioni di potere».

So. Meloni

© Tutti i diritti riservati

Share
Published by
Sonia