In manette trentaseienne di Barisardo. È uno dei responsabili delle 1100 piante di marjuana scoperte nel settembre scorso

Sonia

In manette trentaseienne di Barisardo. È uno dei responsabili delle 1100 piante di marjuana scoperte nel settembre scorso

sabato 16 Agosto 2014 - 13:53
In manette trentaseienne di Barisardo. È uno dei responsabili delle 1100 piante di marjuana scoperte nel settembre scorso

Alcune delle piante di marijuana sequestate

Le piante di marijuana sequestate

Alcune delle piante di marijuana sequestate

La piantagione era pattugliata da un presidio armato

Nel settembre scorso, gli agenti della Polizia di Stato del Commissariato P.S. di Tortolì in collaborazione con il personale del Corpo Forestale Vigilanza Ambientale di Lanusei, avevano scoperto e estirpato, in loc. Murta Ludu, al confine tra l’agro di Ilbono e quello di Loceri, una piantagione di oltre 1100 piante di cannabis indica (marijuana).

Le osservazioni del personale della Polizia di Stato si erano dovute interrompere a causa di un incendio divampato nell’area, sulle cui origini sono tuttora in corso le indagini da parte del Nucleo Investigativo Polizia Ambientale e Forestale di Lanusei.

In data odierna è stata eseguita un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP di Lanusei dr. Clivio su richiesta del dr. GIUA Marassi della Procura di Lanusei, a carico di Pierluigi Podda, classe 1978, nato a Lanusei ma residente a Barisardo, pregiudicato per ricettazione e porto abusivo di armi.

L’uomo è accusato di “Coltivazione di sostanza stupefacente aggravata in concorso” (con più persone al momento non identificate, ciascuno contribuendo alla ciascuno contribuendo alla realizzazione del fatto e rafforzandosi reciprocamente nel proposito, in assenza di autorizzazioni, coltivava 1100 circa piante di Cannabis Sativa L, con le circostanze aggravanti del fatto commesso con più persone travisate e riguardante ingenti quantità di sostanze stupefacenti); “Detenzione e porto illegale di arma clandestina in concorso” (con più persone al momento non identificate, ciascuno contribuendo alla realizzazione del fatto e rafforzarsi reciprocamente nel proposito, deteneva e portava in luogo pubblico un fucile TULA Arms Plant. Mod. TOZ-87, calibro 12, avente matricola abrasa); “Ricettazione” di un fucile Tula Arms Plant. Mod. TOZ-87.

Le analisi di laboratorio eseguite dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica hanno confermato che le piante sequestrate contenevano il principio attivo per un quantitativo corrispondente a circa 163.000 dosi medie giornaliere.

Gli accertamenti balistici eseguiti dal medesimo Gabinetto sul fucile rinvenuto nell’accampamento hanno permesso di accertare che si tratta di un fucile di fabbricazione russa, rubato nell’oristanese nel 2006. In merito sono in corso ulteriori accertamenti al fine di verificare se l’arma sia stata usata per compiere altre azioni delittuose.

Le esigenze cautelari risultano giustificate non solo dalla gravità dei reati ma soprattutto dal fatto che dalle indagine è emerso che Podda è risultato inserito in contesto criminale di elevata professionalità ed allarmate pericolosità, se si considera l’entità dell’investimento in uomini e mezzi per la coltivazione delle piante e la loro stretta sorveglianza.

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