Umberto era un ragazzo solare

il luogo del delitto (foto S.Novellu – Cronache Nuoresi)

Tutto il paese si interroga sul grave fatto di sangue: perchè?

Spuntinooooooo! !!!!!!!!! È vai compaaaa“, Umberto Nieddu, trucidato ieri mattina nelle campagne di Noragugume assieme al padre Bruno, allevatore come lui, scrive questo ultimo pensiero nel proprio profilo personale Facebook, esattamente il 17 gennaio, 24 ore prima dalla terribile fine.

Noragugume è un  piccolo paese compreso tra Dualchi, Sedilo e Otttana. Lacerato dallo spettro delle faide, composto da una popolazione di 342 abitanti. Appena si giunge nel centro abitato e si chiedono le indicazioni dell’abitazione di Bruno e Umberto, le persone sono cordiali e gentili e non si negano alla stampa: «Vedete quell’agglomerato di abitazioni, ecco abitavano lì dove c’è quella porta verde». L’abitazione è ovviamente, sprangata, di fronte ci sono dei fanciulli che giocano allegramente, contrapposizione nefasta alla tragedia che ha appena colpito l’intero paese.

Bruno e Umberto sono stati trasportati all’obitorio di Oristano e prorpio in questi giorni si sta eseguendo sui loro corpi l’autopsia.

Le forze dell’Ordine non azzardano alcun collegamento tra le faide che gli anni scorsi hanno lacerato il paese e l’omicidio di ieri.

In tutto questo però cosa centra Umberto? All’epoca delle lotte tra famiglie rivali aveva otto anni! Lui che nel suo stato Facebook la sera del 18 gennaio alle ore 23 mette la faccina che simboleggia la felicità? Questo è l’interrogativo principale che si pongono gli amici e tutta la comunità con lo spettro della guerra intestina che a suo tempo mietè otto vittime.

«Il valore della vita è annullato – dice padre Andrea Rossi parroco del Paese- io che in quseti giorni sto vivendo un lutto personale, comprendo ancora di più che un’esistenza non può essere annullata da dissidi di campagna o rivalità tra allevatori».

Bruno, 74 anni, conduceva una vita ritirata. Era stato testimone in un processo del 1999 sempre collegato a questioni di faida e aveva subito un attentato dinamitardo ai danni della sua abitazione.  Per questo motivo, dicono in paese, era un pò taciturno rispetto al figlio. Si vedeva in piazza ogni tanto, durante le belle giornate, assieme ai suoi coetanei: a 74 anni preferiva lavorare assiduamente in campagna e il massimo svago per lui era rappresentato da una sporadica chiacchierata tra amici.

Umberto Nieddu con gli amici, la sera prima dell’omicidio (dal suo profilo Facebook)

Umberto, era diverso dal padre: «era un ragazzo solare e allegro – racconta il primo cittadino Michele Corda – era un piacere averlo intorno».

Era un gran lavoratore ma trovava il tempo per divertirsi e stare in compagnia, in modo semplice e senza eccessi. Era astemio, lui che dice di essere arrivato finalmente alla tecnologia con Facebook e attraverso questo social network scherzava e rideva con gli amici!

Le pallottole ieri mattina lo hanno raggiunto al petto, stroncando di botto la sua giovane vita. Chissà, se ne ha avuto il tempo, cosa ha pensato Umberto in quell’istante, chissà quanti spuntini, quante pizzate e cene doveva organizzare ancora con gli amici.

«Riposa in pace amiko mio…mankerai..segamentu e culu…ma bravissimo!!». Lo saluta così una sua cara amica! Con ironia, quella stessa ironia che permetteva a Umberto di essere un grande lavoratore e un ottimo amico.

“Cosa c’entrava lui che all’epoca della faida aveva solo otto anni”, continua a chiedersi il paese? Speriamo che arrivino presto delle risposte, ammesso che possano essercene!

S. Meloni © TUTTI I DIRITTI RISERVATI!

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Sonia