Bitti: si controllano i corsi d’acqua sotterranei

Bitti, via Cavallotti (foto S. Novellu – Cronache Nuoresi)

Fiumi dimenticati si riappropriano del territorio

Una trentina di speleologi appartenenti al gruppo Speleo Club di Nuoro, Oristano e Perdasdefogu sono arrivati in paese per verificare lo stato, fare rilievi e fotografare i corsi d’acqua interrati, poiché il Rio Mannu, il fiume principale, una volta esondato è andato a ingrossare proprio i corsi d’acqua sotterranei.

Gli speleologi incaricati dall’Amministrazione Comunale sono penetrati nella fitta rete di cunicoli sotterranei per rilevare attraverso sofisticate apparecchiature elettroniche eventuali smottamenti creati dall’ingrossamento di questi rivoli che, estendendosi nel loro deflusso, rischiano di provocare cedimenti del manto stradale, come accaduto lungo la via Cavallotti, dove per il timore dei crolli sono state evacuate quattro abitazioni. Poco sotto la via, al centro della piazza che sovrasta la fonte in stile neoclassico detta Su cantaru si è formata una profonda voragine nel punto in cui, fino a lunedì scorso era a dimora un enorme albero, il cui moncone con l’apparato radicale, giace fuori terra a testimonianza del vuoto dell’area sottostante che rischia di sprofondare. Per questo motivo è transennata!

Intanto a pochi chilometri dalla casa di Giovanni Farre (l’allevatore trascinato via lunedì notte dal fiume in piena e ancora disperso), quello che per anni era ridotto a un rigagnolo, spodestato da alberi e arbusti, è tornato a essere un vero e proprio fiume, riappropriandosi del proprio letto e, congiungendosi con il rio Mannu, creando una miscela esplosiva che ha sventrato il ponte che attraversava, il cosiddetto “Ponte Marchesa”.

«Non ci ricordavamo di questo corso d’acqua – raccontano alcuni abitanti di Bitti – tutta la geografia del territorio è stata modificata». La natura si riappropria voracemente degli spazi occupati dall’uomo.

Questo è solo uno dei ponti distrutti o spazzati via. In questo territorio l’80% dei collegamenti è inagibile. Il Comune di Bitti lancia un appello, non servono indumenti o viveri ma denaro, attrezzatura per continuare a liberare il paese dall’acqua e dal fango (come pale, picconi e incerate) e materiale da costruzione.

S. Nov. © Riproduzione riservata

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Sonia