Ruiu e Secchi, sequestrati e uccisi 25 anni fa: riaperta l’inchiesta

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Ruiu e Secchi, sequestrati e uccisi 25 anni fa: riaperta l’inchiesta

venerdì 02 Novembre 2018 - 22:07
Ruiu e Secchi, sequestrati e uccisi 25 anni fa: riaperta l’inchiesta

Alcuni dei frammenti ossei rinvenuti nel Supramonte

A 25 anni dai fatti, si riaprono le indagini su due casi di sequestro e omicidio che non hanno mai avuto non solo un colpevole ma nemmeno un corpo restituito ai familiari.

Sono i rapimenti del farmacista di Orune Paoletto Ruiu, 42 anni, e del giovane di Ossi Giuseppe Sechi, di 20.

Il primo fu sequestrato il 22 ottobre 1993 e non ha mai fatto ritorno a casa. Cinque mesi dopo, nel marzo 1994, la scomparsa del ragazzo, “usato” dai rapitori di Ruiu per spingere la famiglia a pagare il riscatto, un miliardo di vecchie lire. La finta prova in vita dell’ostaggio arriva con un messaggio macabro via posta: è un lembo di un orecchio. Saranno le indagini ad appurare che quel frammento non appartiene al farmacista, ma al 20enne scomparso. Per gli inquirenti non ci sono dubbi: le due sparizioni diventarono omicidi.

È stata una delle pagine più cruente della storia dei sequestri di persona in Sardegna. Con un peso ancora maggiore per le famiglie, perché sono casi insoluti e non c’è per loro una tomba su cui piangere i propri cari. La riapertura dell’inchiesta risale a circa un anno fa ed è un tenace e determinato magistrato ad imprimere una svolta.

Il sostituto procuratore Alessandro Pili, fino allo scorso anno uno dei PM di punta della DDA, specializzato in gialli rimasti irrisolti, riprende in mano le carte ingiallite dell’epoca e decide nuove indagini, che affida ai Carabinieri del nucleo investigativo di Nuoro.

Sul motivo che ha portato a riaccendere i riflettori sui due casi c’è uno stretto riserbo: secondo quanto si è appreso, l’esigenza della Procura è quella di ascoltare alcune persone che a suo tempo, pur conoscendo alcuni particolari sui legami tra i due fatti, non avevano dato elementi utili alle indagini.

Il rinvenimento dei frammenti ossei nel Supramonte

Il rinvenimento dei frammenti ossei nel Supramonte

Non sembrano esserci collegamenti invece con il ritrovamento di ossa umane – si ipotizza che appartengano a cinque persone – nel Supramonte di Orgosolo, avvenuto pochi giorni fa. Anche se, fanno sapere gli investigatori, sui resti sono in corso gli esami del DNA: non si può quindi escludere con assoluta certezza che si possa trattare di Ruiu e a Sechi.

«La speranza di riuscire a sapere dove è il corpo di Paoletto non è mai morta da parte nostra» ha detto oggi Checco Ruiu, fratello del farmacista. Una ferita che sanguina ancora sia per lui che per la sorella Marisa. Dopo la scomparsa del congiunto di comune accordo hanno deciso di vendere la farmacia di Orune, dove fino al giorno del sequestro aveva lavorato Paoletto. Il fascicolo aperto ora dalla Procura di Cagliari è al momento contro ignoti: ciò che si sa, è che sui due casi è spuntato qualcosa di nuovo che ha indotto il magistrato a riaprire le indagini. In questi mesi sarebbero già stati sentiti i familiari delle vittime.

Qualche anno fa la vicenda Ruiu-Sechi si era incrociata con un’indagine a carico del sassarese Giuseppe Vandi, detenuto nel carcere di San Sebastiano. Vandi era stato indicato da un altro detenuto, Giuseppe Bigella, come il mandante dell’omicidio di Marco Erittu, soffocato in cella nel 2007 perché avrebbe saputo del coinvolgimento di Vandi nella scomparsa di Sechi. Quell’inchiesta si concluse con l’assoluzione di tutti gli imputati, quindi la vicenda del coinvolgimento di Vandi nel sequestro Ruiu e nella scomparsa di Sechi fu archiviata dalla Procura. Ora la riapertura del caso: le famiglie di Paoletto e Giuseppe sperano di avere finalmente giustizia.

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