Schede false sulla Trichinella: 6 mesi al sindaco di Orgosolo, condannati anche due ex assessori

Sonia

Schede false sulla Trichinella: 6 mesi al sindaco di Orgosolo, condannati anche due ex assessori

martedì 02 Ottobre 2018 - 16:00
Schede false sulla Trichinella: 6 mesi al sindaco di Orgosolo, condannati anche due ex assessori

Uno scorcio di Orgosolo e, nel riquadro, il sindaco Dionigi Deledda

Uscendo dall’aula accompagnato dal suo avvocato Marco Basolu, Dionigi Deledda si è detto amareggiato: «Ho solo firmato un’ordinanza per garantire la salute dei cittadini. La verità è che sono stato lasciato solo ad affrontare e gestire una grave emergenza».

Si è concluso, dopo  con la condanna del sindaco di Orgosolo e di due ex assessori comunali il processo a Nuoro legato all’emergenza trichinellosi, una malattia che colpisce soprattutto i suini e che nel gennaio 2011 mandò all’ospedale un’intera famiglia per aver mangiato carne di maiale infetta. Una vicenda giudiziaria iniziata nel luglio 2014 dopo l’esito delle indagini e il rinvio a giudizio degli amministratori (APPROFONDISCI)

Nella mattinata di oggi il giudice  monocratico Teresa Castagna ha reputato che Dionigi Deledda sia stato responsabile di favoreggiamento condannandolo a 6 mesi, mentre un anno e 4 mesi  sono stati dati a Francesco Battacone e un anno ad Antonio Luigi Cossu, all’epoca dei fatti assessori al Commercio e all’Ambiente, entrambi accusati di falso in atto pubblico.

Il pubblico ministero Giorgio Bocciarelli aveva chiesto un anno e sei mesi per il sindaco e per Cossu, due anni per Battacone. A far scattare l’inchiesta era stata una fonte anonima che aveva posto dei dubbi sull’esistenza di un allevatore, tale Antonio Balia, il quale, in base a un’ordinanza firmata dal sindaco Deledda, aveva presentato al Comune una scheda e i campioni di diaframma di un maiale abbattuto per eseguire le analisi, che poi confermarono la presenza di trichinella. Ma quel Balia, all’anagrafe comunale, non era mai esistito e la scheda – secondo l’accusa – era stata firmata dall’allora assessore Battacone utilizzando il nome inventato, per coprire che quei campioni arrivano dal suo allevamento. La stessa tecnica, a detta del Pm, era stata impiegata anche dall’altro assessore per compiacere il suo collega Battaccone, a cui premeva mantenere l’anonimato sulla proprietà dei suini macellati abusivamente. Gli inquirenti hanno poi accertato che il sindaco era presente al momento del ritiro delle carcasse dei maiali schedati sotto falso nome per lo smaltimento, da qui l’accusa per lui di favoreggiamento. Uscendo dall’aula accompagnato dal suo avvocato Marco Basolu, il sindaco si è detto amareggiato: «Ho solo firmato un’ordinanza per garantire la salute dei cittadini. La verità è che sono stato lasciato solo ad affrontare e gestire una grave emergenza».

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