Delitto Monni Masala: Cubeddu decide di non salire sul banco dei testimoni

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Delitto Monni Masala: Cubeddu decide di non salire sul banco dei testimoni

lunedì 01 Ottobre 2018 - 19:40
Delitto Monni Masala: Cubeddu decide di non salire sul banco dei testimoni

Alberto Cubeddu durante il processo

Alberto Cubeddu, il 22enne di Ozieri a processo in Corte d’Assise a Nuoro per gli omicidi dello studente 19enne di Orune Gianluca Monni e del 29enne di Nule Stefano Masala, avvenuti tra il 7 e l’8 maggio 2015,  attraverso i suoi difensori, gli avvocati Patrizio Rovelli e Mattia Doneddu, ha chiesto di parlare prima che la Corte si ritiri in Camera di Consiglio: data, secondo il calendario dei lavori stilato dal presidente della Corte Giorgio Cannas, fissata per il 17 ottobre.

Dunque Cubeddu, fino a quel momento  ha scelto non render dichiarazioni alla Corte prima della conclusione del dibattimento, data prevista per oggi ma slittata a giovedì quando inizierà anche la requisitoria del Pm Andrea Vacca.

Ha chiesto di fare dichiarazioni spontanee, invece, Francesco Pinna, lo zio del 19enne Paolo Enrico Pinna – il cugino di Cubeddu già condannato a 20 anni in due gradi di giudizio per entrambi gli omicidi – imputato nel processo per le minacce al supertestimone Alessandro Taras attraverso una telefonata al fratello di quest’ultimo, per indurlo a ritrattare le dichiarazioni rese, alla vigilia dell’incidente probatorio.

«Non mi risulta di aver minacciato nessuno – ha detto l’imputato in aula assistito dall’avvocato Agostinangelo Marras – da amico del fratello di Alessandro Taras, con cui ci vedevamo al bar, gli ho detto di dire la verità, perché sapevo benissimo che mio nipote non c’entrava niente». Questa mattina è stato sentito anche il responsabile tecnico della Innova, l’azienda che trasmette i dati dei gestori telefonici alla Polizia Giudiziaria, chiamato per dirimere la questione delle celle telefoniche nel momento in cui è stata incendiata la macchina di Stefano Masala.

La mattina dell’8 maggio 2015 l’Opel Corsa di Masala, secondo l’accusa, sarebbe stata usata dai due cugini per andare a Orune a uccidere lo studente e far ricadere le colpe sullo stesso Masala, attirato in una trappola, probabilmente ucciso e fatto sparire la sera del 7 maggio. Il tecnico della Innova ha chiarito, attraverso le carte del gestore Vodafone, che da Ozieri poteva essere agganciata la cella di Berchidda, tesi che collocherebbe Cubeddu nelle campagne di Pattada la sera in cui è stata bruciata l’auto. Il consulente della difesa del 22enne aveva invece sostenuto il contrario.

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