Divieto di espatrio per Pierluigi Caria, il “foreign fighter” nuorese. Solidarietà sui social degli indipendentisti

Salvatore

Divieto di espatrio per Pierluigi Caria, il “foreign fighter” nuorese. Solidarietà sui social degli indipendentisti

sabato 15 Settembre 2018 - 15:03
Divieto di espatrio per Pierluigi Caria, il “foreign fighter” nuorese. Solidarietà sui social degli indipendentisti

Sono cominciate all’alba nel Cagliaritano le perquisizioni nelle abitazioni di due giovani che, secondo la Polizia, potrebbero essere collegati alla rete dei foreign fighter, combattenti all’estero soprattutto nello scenario Siria-Iraq. L’operazione è coordinata dalla DDA di Cagliari e dalla Digos di Nuoro e coinvolge anche la Digos di Cagliari.

La prima perquisizione è scattata alle 6,00 di oggi e sarà seguita da un altro intervento in un altro appartamento.

La “figura centrale” dei foreign sardi sarebbe – secondo le indagini – quella di Pierluigi Caria, individuato da una foto al “fronte” con una bandiera dei Quattro Mori (APPROFONDISCI).

La foto da cui è partita l'indagine

La foto da cui è partita l’indagine che ha portato al fermo di Caria

Ora le indagini e i controlli si sono allargate a tutta l’isola, e riguarderebbero le persone che negli ultimi mesi sono state in contatto con lui. Un’operazione estesa a diversi paesi della Sardegna, con due casi anche nella provincia di Cagliari.

L’unico provvedimento preso nei confronti del presunto foreign fighter italiano, residente a Nuoro, nell’ambito di un’indagine dell’Antiterrorismo della Polizia e della Digos di Nuoro sulle attività di combattimento all’estero, è relativo al divieto di espatrio.

Non vi sarebbe nessuna fattispecie di cellula eversiva e viene solo ipotizzato ma non ancora contestato, il reato di partecipazione ad organizzazione terroristica. Secondo le indagini Caria, 33 anni cresciuto in ambienti indipendentisti dove è conosciuto con il nomignolo di “Luiseddu” (Luigino in lingua sarda), ha combattuto con le milizie curde e sarebbe stato in procinto di ripartire per il “fronte”: Iraq e da qui in Siria. L’uomo avrebbe sostenuto il Partito dei lavoratori del Kurdistan, il PKK – ritenuto dalla Turchia e anche dalla Ue un’organizzazione terroristica ma da sempre in prima linea contro l’Isis – anche attraverso i social media a sostegno del Kurdistan libero.

“Chi combatte l’Isis non può essere accusato di nessun atto terroristico”. È una delle testimonianze di solidarietà espresse su Facebook nei confronti di Caria. Gli attestati di stima e vicinanza vengono pubblicati proprio sul profilo Fb di Caria e arrivano soprattutto da rappresentanti dell’indipendentismo isolano. Liberu, ad esempio, esprime sconcerto per l’imputazione di “terrorismo”. Sottolineando che è assurdo “accusare una persona, chiunque essa sia, di terrorismo per l’ipotesi che abbia potuto aiutare i curdi che combattono contro l’Isis”. Decine le testimonianze di solidarietà a Caria che vengono in queste ore pubblicate su Fb. Con domande che ripetono più o meno lo stesso canovaccio: “Ma i terroristi non sono quelli dell’Isis?”.

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