Operazione “Genomics Park”: 21 indagati dovranno rispondere di furto, peculato, violazioni della privacy

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Operazione “Genomics Park”: 21 indagati dovranno rispondere di furto, peculato, violazioni della privacy

mercoledì 13 Giugno 2018 - 18:52
Operazione “Genomics Park”: 21 indagati dovranno rispondere di furto, peculato, violazioni della privacy

Disposto il sequestro del parco Genos e di alcuni uffici della ex Shar.DNA

Nei giorni scorsi, il procuratore della Procura della Repubblica di Lanusei, Biagio Mazzeo, nell’ambito delle indagini scattate dopo il furto delle provette dai locali del parco genetico dell’Ogliastra, a Perdasdefogu, ha emesso avviso di conclusione delle indagini nei confronti di 21 persone indagate a vario titolo per i reati di furto, peculato, falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici, nonché illecita trattazione dei dati sensibili.

In seguito ai primi accertamenti, i Carabinieri avevano segnalato all’Autorità Giudiziaria 61 persone ritenute responsabili a vario titolo dei reati citati. Per 40 di loro la posizione penale è stata archiviata per sopraggiunta prescrizione dei reati, data la decorrenza dei termini dalla loro commissione. Dall’11 giugno scorso, i Carabinieri della Compagnia cc di Jerzu, con i colleghi del territorio, nell’ambito dell’indagine denominata “Genomics park”, stanno procedendo alla notifica del predetto avviso agli indagati e ai relativi difensori della conclusione delle indagini preliminari.

L’attività investigativa aveva preso piede nell’agosto del 2016, dopo la denuncia di furto da parte di una dipendente di Genos; il 14 settembre 2016 gli inquirenti avevano rinvenimento quanto trafugato presso i laboratori della clinica oculistica del San Giovanni di Dio. A causa della complessità del caso e delle pregresse vicende giudiziarie delle società che vantavano diritti di possesso sul prezioso materiale biologico, oltre alla delicatezza della materia trattata per via della tutela dei dati sensibili, la Procura della Repubblica di Lanusei ha disposto il sequestro dei locali del parco Genos Cons. A.r.l. e di alcuni uffici della ex Shar.DNA a Pula, entrambi contenenti materiale documentale ed informatico.

Il prof. Mario Pirastu dovrà rispondere di furto, in quanto, insieme a Simona Vaccargiu, una sua collaboratrice, si era impossessato delle provette contenenti materiale biologico, sottraendole dalla struttura del parco genetico dell’Ogliastra; l’altra accusa a suo carico è quella di aver autorizzato – in qualità di presidente del consiglio di amministrazione di Genos e di consigliere di Shard.DNA – il trattamento di dati ottenuti illecitamente dai comuni che avevano partecipato alla ricerca, a lungo conservati presso la sede di Genos per la realizzazione di un database genealogico della popolazione, in seguito trasferiti ad altre società di privati (Shar.DNA prima e Tiziana Life Sciences dopo l’acquisizione della fallita Shar.DNA) e non aver adottato presso la sede della società idonee cautele per la sicurezza e la custodia dei dati genetici raccolti.

Il prof. Maurizio Fossarello, primario della clinica oculistica del San Giovanni di Dio di Cagliari, dovrà rispondere dell’accusa di peculato, per aver concesso alcuni ambienti della clinica oculistica da adibire a laboratorio, a titolo di amicizia e in assenza di una convenzione specifica tra l’azienda ospedaliera universitaria e il CNR, a uso e consumo del prof. Pirastu.

L’amministratore unico di Longevia, Tiziano Lazzaretti, è iscritto nel registro degli indagati per aver omesso di effettuare la prescritta notificazione al garante della privacy ed aver trattato dati personali consistenti in un database contenente dati genealogici e clinici della popolazione, comprensivo anche di persone che non avevano prestato alcun consenso.

I presidenti e consiglieri del consiglio di amministrazione della società Genos Valter Vittorio Mura, Maurizio Caddeo, Franco Tegas, Mariano Carta, Piergiorgio Lorrai e Ercole Periono sono indagati per aver trattato illecitamente dati personali, omesso di adottare le misure minime previste e osservato i provvedimenti del garante.

I presidenti e i consiglieri della Shar.DNA Barbara Angelini, Alessandro Longo, Gianluca Roberto Santoro, Maurizia Squinzi, Mario Valsecchi e Gian Luigi Galletta sono indagati per i reati previsti dagli artt. 167 e 170 del decreto legislativo nr. 196 del 30.06.2003.

A seguito degli accertamenti scaturiti dai sequestri dello scorso 29 gen 2018 presso l’IRGB di Sassari e del CNR di Roma, sono stati iscritti nel registro degli indagati anche i presidenti pro tempore Luciano Maiani, Francesco Profumo e Massimo Inguscio e il direttore dell’IRGB del CNR di Cagliari Francesco Cucca, per aver illecitamente trattato dati personali, consistenti in un database contenente dati genealogici e clinici della popolazione, comprensivo anche di persone che non avevano prestato alcun consenso in qualità della carica ricoperta.

Renato Macciotta, curatore fallimentare della società Shar.DNA, è stato iscritto tra gli indagati per i reati di falsità materiale commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e(omessa denuncia di reato da parte di pubblico ufficiale.

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