Diabete: un censimento chiarisce la disparità nelle varie Regioni per l’accesso ai farmaci

Sonia

Diabete: un censimento chiarisce la disparità nelle varie Regioni per l’accesso ai farmaci

martedì 22 Maggio 2018 - 05:00
Diabete: un censimento chiarisce la disparità nelle varie Regioni per l’accesso ai farmaci

Per l’accesso ai dispositivi e nuovi farmaci anti-diabete esistono “disparità inaccettabili tra le Regioni”. Lo afferma la Società Italiana di Diabetologia (Sid), che scende in campo per fotografare il fenomeno in un’indagine su tutto il territorio nazionale. Obiettivo è realizzare un vero e proprio censimento dello stato di accesso a dispositivi e farmaci innovativi per la cura del diabete nelle varie Regioni, per “prendere le misure al fenomeno e strutturare un report su dati raccolti in maniera ‘scientifica’ con il fine di formulare delle proposte volte a modificare il sistema e correggere le inaccettabili discrepanze territoriali”. A chiarire le finalità del progetto è Francesco Purrello, nuovo presidente della Sid per i prossimi due anni, subentrando a Giorgio Sesti che ha guidato la società scientifica nell’ultimo biennio. Nuovo presidente eletto, come annunciato al 27/mo Congresso nazionale Sid appena conclusosi a Rimini, è Agostino Consoli. L’indagine è una delle prime iniziative della presidenza di Purrello: «disomogeneità territoriale che riguarda l’accesso a farmaci e dispositivi innovativi – ricorda – è stata più volte segnalata da diabetologi, associazioni di pazienti e organizzazioni. Manca però un’indagine sistematica, organizzata con metodo ‘scientifico’, che coinvolga tutto il territorio nazionale e che possa fornire dei dati solidi su cui basare riflessioni atte a modificare ed implementare il sistema».

La Sid si propone quindi di mettere a punto un database da sottoporre agli Assessorati alla Salute di tutte le Regioni allo scopo di eliminare o almeno ridurre le discrepanze territoriali. Le «differenti modalità con cui le Regioni pongono dei limiti di prescrivibilità per i farmaci innovativi – conclude Sesti – creano oggi di fatto delle eterogeneità di accesso per i pazienti a livello del territorio italiano».

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