Macomer. Ha chiuso i battenti domenica la Fiera Interprovinciale degli ovini e del formaggio

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Macomer. Ha chiuso i battenti domenica la Fiera Interprovinciale degli ovini e del formaggio

venerdì 18 Maggio 2018 - 09:08
Macomer. Ha chiuso i battenti domenica la Fiera Interprovinciale degli ovini e del formaggio

Macomer, Fiera Interprovinciale degli ovini e del formaggio (foto P.G.Vacca)

LA FIERA: Si è conclusa domenica, a Macomer, la Fiera Interprovinciale degli ovini e del formaggio. Le avversità del tempo, che, insieme alle difficoltà del personale APA e ARAS, hanno determinato un rinvio e quindi diverse defezioni, hanno condizionato un tono minore minore della manifestazione. «Tuttavia – ha ribadito l’assessore regionale all’agricoltura Pier Luigi Caria, da noi intervistato – la manifestazione è servita a dimostrare come gli allevamenti siano in continuo miglioramento, sia come razza che come conduzione».

Macomer, il sindaco Succu con l'assessore Caria (foto P.G.Vacca)

Macomer, il sindaco Succu con l’assessore Caria (foto P.G.Vacca)

«Il prezzo del latte dovrebbe stabilizzarsi sugli 85 centesimi» ha aggiunto l’assessore che si è detto sicuro che la Comunità Europea saprà fronteggiare eventuali dazi sul pecorino imposti eventualmente da Trump. «Significativo il premio per il migliore ariete di un allevamento di Ottana – ha detto ancora Caria -, fatto che dimostra come in quel territorio ci sia la capacità di riprendere una economia preesistente all’industria».

IL BUE ROSSO: Tra le altre manifestazioni la Fiera ha anche dedicato uno spazio, sebbene un po’ fuori tema, all’allevamento della razza bovina sardo-modicana, il famoso “Bue Rosso”. La razza, importata nell’ottocento da Modica, in Sicilia, come bestiame rustico e da lavoro capace di adattarsi ai terreni scoscesi del Montiferru, rischia di scomparire. In tutta la Sardegna, infatti, permangono circa 2700 capi, di cui 1500 in 71 allevamenti nel Montiferru.

Macomer, bovini di razza Sardo-Modicana (Foto P.G.Vacca)

Macomer, bovini di razza Sardo-Modicana (Foto P.G.Vacca)

Alcuni anni fa la carne era entrata nell’attenzione di Slow Food che, con opportuni processi di frollatura, fino ad allora sconosciuti ai macellai sardi, era riuscita a valorizzare il prodotto, di sapore particolare, considerati i pascoli dove soggiornano i bovini. I buoi poi erano particolarmente adatti al traino dei carri e, in particolare a Scano Montiferro, esistevano i domatori esperti, per cui ovunque era riconosciuta la fama “sos boes de Iscanu”.

IL FORMAGGIO: Particolarmente gustoso, inoltre, il formaggio tratto dal latte di queste mucche, “su casizzolu”, di cui però la sardo-modicana non è molto generosa. La razza quindi risulta una biodiversità in pericolo di estinzione.

Nel dibattito, tra gli altri, è intervenuto il professor Nicolò Macciotta, che ha illustrato i metodi per la identificazione dei capi, ma anche della carne e del formaggio, mediante il genoma. Sono stati illustrati alcuni strumenti per
aiutare gli allevatori, ma è chiaro che è una risorsa locale che andrebbe valorizzata con più energia.

Pier Gavino Vacca

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