Nuoro: “ostaggio dei rapinatori” per nascondere l’incidente avuto in stato di ebbrezza

Sonia

Nuoro: “ostaggio dei rapinatori” per nascondere l’incidente avuto in stato di ebbrezza

venerdì 20 Aprile 2018 - 12:25
Nuoro: “ostaggio dei rapinatori” per nascondere l’incidente avuto in stato di ebbrezza

Un’auto abbandonata a bordo strada nel cuore della notte ha fatto scattare l’allarme e l’intervento dei Carabinieri lo scorso 1 aprile in un episodio dai risvolti singolari.

Intorno alle 2:40 la telefonata ai Carabinieri dell’Aliquota Radiomobile di Ottana, per la segnalazione sulla Statale 129 della presenza di un veicolo coinvolto in un sinistro stradale.

L’auto è stata ritrovata abbandonata a bordo strada, fortemente danneggiata dopo essersi ribaltata: all’interno dell’abitacolo sono state riscontrate solo delle tracce ematiche.

Una volta che le ricerche nell’area dell’incidente davano esito negativo sulla presenza di eventuali feriti, gli uomini dell’Arma risalivano al reale proprietario. Si tratta di una donna che dichiarava di aver avuto  poco tempo prima  un colloquio telefonico col convivente, il quale le aveva chiesto se fosse stata lei a prendere l’auto. Da quel momento in poi non si avevano più notizie dell’uomo, un 43enne di Nuoro, rintracciato dai Carabinieri, alle 8.00 del giorno successivo, mentre vagava in stato confusionale, con delle ferite alla testa, nei pressi del bivio di Orotelli tra la 129 e la 537, a qualche chilometro dal luogo del sinistro.

Il 43enne, una volta sentito in Caserma dagli inquirenti, forniva dichiarazioni contraddittorie sulla dinamica dei fatti, raccontando che, mentre si trovava a Nuoro nella zona dell’Ospedale San Francesco, era stato raggiunto da alcune persone armate, che una volta salite sula sua auto l’avevano rapinato intimandogli di dirigersi verso Macomer: una volta giunti in prossimità di una curva sulla SS 129, per liberarsi dai malfattori, avrebbe deliberatamente deciso di lanciare l’auto a forte velocità contro il guard-rail.

A quel punto riferiva che, se pur ferito per le conseguenze del grave incidente, riusciva ad uscire dall’abitacolo e a far perdere le tracce ai suoi rapitori, vagando infine per le campagne fino ad incontrare i Carabinieri nel punto in cui era stato trovato.

Dopo aver posto il veicolo sotto sequestro per effettuare i rilevi tecnici, scattavano le indagini dei Carabinieri per appurare l’accaduto nella ricostruzione  dei movimenti dell’uomo dalla sera del 31 marzo fino al verificarsi dell’incidente. Venivano sentite decine di persone e si procedeva con l’acquisizione di filmati dei sistemi di videosorveglianza.  Decine di investigatori hanno lavorato senza sosta per accertare la veridicità del racconto, dal giorno di Pasqua fino a oggi, quando il “rapito”, di fronte alla realtà dei fatti,  confessava di essersi inventato tutta la storia perché, postosi alla guida dopo aver bevuto qualche bicchiere, a seguito dell’incidente aveva temuto di incorrere nel ritiro della patente se fosse risultato positivo al test etilometrico.

Per essersi inventato tutto il 43 enne è stato denunciato in stato di libertà, per i reati di  simulazione e procurato allarme ben più gravi della violazione al codice della strada in cui temeva di incorrere.

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