Nuoro. Viaggio nella città che frana. Il parere degli specialisti: si realizzano i progetti senza studi preliminari

Salvatore

Nuoro. Viaggio nella città che frana. Il parere degli specialisti: si realizzano i progetti senza studi preliminari

sabato 24 Marzo 2018 - 05:25
Nuoro. Viaggio nella città che frana. Il parere degli specialisti: si realizzano i progetti senza studi preliminari

Nuoro, la frana in via Don Bosco (foto S.Novellu)

La città sembra essere interessata da tempo da episodi di dissesto idrogeologico, soprattutto nelle aree più periferiche, alcuni di lieve entità altri di una portata tale da invalidare la fruibilità di spazi pubblici importanti quali d’anfiteatro intitolato a Fabrizio de Andrè. Quello qui proposto è un resoconto, certamente non esaustivo, di quanto successo in città negli ultimi anni.

L’ultimo fatto, in ordine di tempo, si è verificato tra ieri e avantieri a pochi passi dalla rotonda della trafficatissima via Don Bosco, ormai definibile il vero e proprio polo commerciale della città. Qui, all’interno di un cantiere edile, si è verificata la frana di un’imponente massa terrosa che ha letteralmente messo a nudo il fondo del marciapiede, lasciandolo sospeso nel vuoto per svariati metri. L’area è stata opportunamente transennata per preservare l’incolumità dei passanti.

Nuoro, particolare della frana in via Don Bosco (foto S.Novellu)

Nuoro, particolare della frana in via Don Bosco (foto S.Novellu)

Da qui, basta spostarsi di poche centinaia di metri, forse un chilometro o poco più, per andare a osservare una situazione del tutto analoga: oltrepassata la rotonda che da accesso a viale Costituzione, a pochi metri dalla sede dell’ente gestore della risorsa idrica, ancora un marciapiede sospeso nel vuoto. Lo stato in cui versano sia le transenne che i nastri di protezione la dicono lunga sul loro tempo di permanenza in loco, almeno cinque anni se non di più.

Nuoro, la frana in via Costituzione (foto S.Novellu)

Nuoro, la frana in via Costituzione (foto S.Novellu)

Proseguendo nel nostro giro, ci trasferiamo nel quartiere di Preda Istrada, e più precisamente nel tratto terminale della via Mandrolisai. Anche qui la fotografia si ripete senza troppe differenze: marciapiede sospeso nel vuoto, tubature e guard rail che giacciono miseramente a pezzi a metri e metri di distanza dal la loro sede originaria.

Nuoro, la frana idi via Mandrolisai (foto S.Novellu)

Nuoro, la frana in via Mandrolisai (foto S.Novellu)

Una differenza sostanziale, però, c’è: non è presente alcuna barriera di protezione per i passanti, ne avviso di pericolo.

Nuoro, la frana idi via Mandrolisai (foto S.Novellu)

Nuoro, la frana in via Mandrolisai (foto S.Novellu)

A sé stante, invece, il caso di via Brigata Sassari, dove da anni, le transenne cingono un costone roccioso pericolante.

Nuoro, una delle due

Nuoro, una delle due “discariche” di via Brigata Sassari (foto S.Novellu)

Qui la responsabilità delle eventuali opere di consolidamento sembrerebbe essere in parte privata e, per questo motivo, nessuno sembra aver ancora preso provvedimenti. Ma c’è una la nota dolente: il recinto di transenne ricadente sulla carreggiata e l’area privata cinta da una recinzione si sono trasformate in due vere e proprie discariche a cielo aperto.

Nuoro, una delle due

Nuoro, una delle due “discariche” di via Brigata Sassari (foto S.Novellu)

Tralasciando, poi, alcuni eventi franosi segnalati lungo il ripido costone di Monte Jaca, (la cui risoluzione pare sia stata inserita nell’abito dei lavori di realizzazione della cosiddetta “Pedemontana”), e la citata voragine creatasi sotto le gradinate dell’anfiteatro, chiudiamo la nostra rassegna con il cedimento verificatosi ormai da qualche mese in via Segni, di fronte al centro commerciale all’ingresso in città e a pochi passi da un’altra frana, messa in sicurezza qualche tempo fa (APPROFONDISCI). Anche qui l’unico provvedimento sembrano essere delle transenne, ormai aggredite dalle erbacce.

Nuoro, la frana in via Segni (foto S.Novellu)

Nuoro, la frana in via Segni (foto S.Novellu)

Fin qui il racconto dei fatti. Ma, nel frattempo, cosa si sta facendo per porvi rimedio? Abbiamo sentito in proposito l’assessore al Bilancio Giuliano Sanna il quale ha chiarito che il Comune, in questo momento, per quanto stia lavorando all’approvazione del bilancio di previsione, è a corto di risorse per l’effettuazione di interventi sostanziali e risolutivi. L’assessore ai Lavori pubblici Antonio Belloi, invece, ha precisato che per la maggior parte degli episodi in questione il Comune ha già chiesto l’intervento finanziario della Regione e quest’ultima si sarebbe impegnata a fornire il proprio contributo. Per quanto riguarda via Costituzione ci sarebbe già l’impegno finanziario, si starebbe già procedendo alla progettazione definitiva dei lavori e, a breve, si dovrebbe bandire la gara d’appalto per la loro esecuzione. A proposito del recente episodio di via Don Bosco, infine, sarebbero in corso tutti gli accertamenti del caso per definire se le responsabilità siano imputabili all’impresa che sta operando nel cantiere sottostante o alle abbondanti piogge dell’ultimo periodo.

Nuoro, la frana in via Segni (foto S.Novellu)

Nuoro, la frana in via Segni (foto S.Novellu)

Tutto questo, però, è indice di una situazione di rischio generalizzato per la città? Lo abbiamo chiesto al presidente dell’ordine dei geologi della provincia di Nuoro Francesco Murgia: «In linea generale direi proprio di no; la natura granitica dei terreni sui quali sorge Nuoro e la sua posizione, disposta prevalentemente lungo un crinale che separa la vallata del Rio Cannas a Nord e quella di Badde Manna ad Est, assicurano alla città una discreta stabilità dal punto di vista geomorfologico».

Nuoro, panoramica dell'Anfiteatro (foto S.Novellu)

Nuoro, panoramica dell’Anfiteatro e la frana (foto S.Novellu)

E gli ultimi fatti come vanno interpretati? «È vero che gli episodi sono diffusi, ma nella stragrande maggioranza dei casi, sono da correlare a una scarsa propensione agli approfondimenti tecnici di tipo geologico preliminari all’esecuzione delle opere: basti pensare alla situazione dell’anfiteatro, il cui dissesto è da correlare all’interazione tra le acque d’infiltrazione e la discarica di rifiuti sulla quale l’opera è stata realizzata, o al collasso di un lungo tratto della Via Catte, dovuto ad un lento svuotamento del terrapieno sul quale era impostato il piano stradale».

Quindi quali possono essere le azioni per prevenire questi fenomeni? «Innanzitutto quella di non lesinare risorse sugli studi geologici, geomorfologici e idrogeologici, attraverso i quali si possono prevedere le reali condizioni dei terreni di fondazione ed ovviare ai rischi per l’incolumità pubblica e alle costosissime opere di consolidamento delle opere. Poi è necessario, attraverso un’adeguata documentazione, conservare la memoria dello stato naturale dei luoghi su cui Nuoro è stata urbanizzata: perché è facile che noi ci dimentichiamo dove passavano le acque nell’area urbana ma le acque quei passaggi li ricordano benissimo».

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