Macomer. A pochi giorni dall’inaugurazione, sabotata la “Casa dell’acqua”

Salvatore

Macomer. A pochi giorni dall’inaugurazione, sabotata la “Casa dell’acqua”

sabato 24 Febbraio 2018 - 14:20
Macomer. A pochi giorni dall’inaugurazione, sabotata la “Casa dell’acqua”

Macomer, la casetta dell'acqua sabotata (foto Cronache Nuoresi)

L’iniziativa fornisce acqua buona a buon prezzo e contribuisce alla riduzione della plastica

«Sono amareggiato per questo episodio di cui non riesco a trovare la spiegazione. Si è creato un disservizio a discapito della comunità». Commenta così Roberto Manus, assessore ai lavori pubblici di Macomer, dopo il sabotaggio della “Casa dell’acqua”, la struttura da lui stesso presentata nei giorni scorsi, che dà la possibilità alla popolazione di avere acqua buona e purissima, oltre che gassata, a prezzo irrisorio.

La “Casa dell’acqua” è stata donata da Abbanoa, una volta tanto in veste generosa. L’acqua viene presa dalla rete, filtrata e sterilizzata con carboni attivi e poi con raggi UV. E un dispositivo può anche rendere l’acqua gassata. I prezzi sono irrisori: 2,5 centesimi per un litro di acqua pura, 5 per uno di acqua gassata. La gestione è a cura del Comune.

La struttura non ha fatto in tempo ad essere conosciuta dalla popolazione che è stata sabotata dai soliti vandali che, negli ultimi tempi, stanno costituendo un problema serio per la città.

Nottetempo, dei malintenzionati sono entrati nel vicino Palazzetto dello Sport, approfittando del fatto che ancora non sono state collocate le telecamere, e hanno bloccato i contatori della corrente, ubicati in due ambienti diversi; troppo per non pensare ad un atto vandalico. L’erogazione è stata comunque ripristinata poco dopo.

Oltre che a fornire acqua buona la “Casa dell’acqua” è un contributo alla riduzione dell’uso della plastica. È noto il grido di allarme che le associazioni ambientalistiche stanno lanciando per l’invasione della plastica nei mari. Specialmente Greenpeace denuncia che oramai negli oceani ci sono distese di plastica galleggianti grandi quanto un continente. La plastica, che ha bisogno di un lunghissimo periodo di tempo per degradarsi, però si polverizza e i microscopici frammenti finiscono nell’organismo dei pesci e noi, poi, la mangiamo. Da qui l’appello per ridurre la quantità di plastica, di cui 8 milioni di tonnellate finiscono tutti gli anni nei mari di tutto il mondo. Riciclarla non basta e si pone il problema di come smaltirla. Qualcuno propone di trasformarla in energia, ma il problema non è semplice. Tra le altre esortazioni arriva quella di ridurre gli imballaggi. Si calcola che l’80% dell’inquinamento marino è dato dalla plastica.

Pier Gavino Vacca

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