Nuoro. Malata di SLA rinuncia alle cure: si era rivolta all’Associazione Luca Coscioni

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Nuoro. Malata di SLA rinuncia alle cure: si era rivolta all’Associazione Luca Coscioni

martedì 06 Febbraio 2018 - 08:44
Nuoro. Malata di SLA rinuncia alle cure: si era rivolta all’Associazione Luca Coscioni

Un ritratto di Patrizia Cocco dal suo profilo Facebook (su autorizzazione della famiglia)

Quello di Patrizia Cocco, 49 anni, è il primo caso in Italia di Biotestamento

Dopo cinque lunghi anni di lotta contro la SLA ha scelto di dire basta, incoraggiata dalla legge sul Biotestamento entrata in vigore il 31 gennaio, dopo la pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale.

Patrizia Cocco, bella e solare donna nuorese di 49 anni, se n’è andata con il sorriso, sabato scorso, stringendo la mano di sua mamma e dei suoi cari. È stata la prima in Italia ad aver voluto applicare la legge sul fine vita, dopo aver dato il suo assenso ai medici alla rinuncia alla ventilazione meccanica e all’inizio della sedazione palliativa profonda.

«È stata una scelta di Patrizia molto lucida e coraggiosa – ha detto il suo avvocato, nonché cugino, Sebastian Cocco. La nuova legge permette ai medici di dare subito esecuzione alla volontà del paziente, senza doversi rivolgere al giudice, come succedeva prima della sua entrata in vigore, e così a Patrizia è stato permesso di fare la sua scelta. La legge, che tutela tra l’altro il diritto alla salute e all’autoderminazione, lei la aspettava da anni, da quando sentiva di essere imprigionata nella malattia, dentro la quale sopravviveva a una vita che lei, in quelle condizioni, non voleva vivere», ha aggiunto l’avvocato Cocco.

Nuoro, uno scorcio dell'ospedale San Francesco (foto S.Novellu)

Nuoro, uno scorcio dell’ospedale San Francesco (foto S.Novellu)

Patrizia, nello scorso mese di giugno, si era rivolta anche all’Associazione Luca Coscioni, nello specifico caso a Marco Cappato, circa il percorso da affrontare per giungere al diritto di porre fine alla propria esistenza e a una vita che, “dopo anni di malattie, non riteneva più degna di essere vissuta”. A spiegarlo in una nota è l’Associazione stessa.: “Le fu indicata la possibilità di seguire il percorso già solcato, attraverso una lunga battaglia nei tribunali, da Walter Piludu, quando la legge riconobbe come un dovere per il medico quello di adempiere le volontà del paziente, se intenzionato a rifiutare l’accanimento terapeutico – aggiunge l’Associazione. Patrizia scriveva tramite un “comunicatore” oculare. Si definiva come una persona che non viveva più, in quanto attaccata alle macchine ogni giorno, e riferiva di vivere un incubo, di non essere in grado di muovere muscoli. Voleva solo smettere di soffrire. Ma non poteva permettersi la Svizzera”.

Dopo essersi confrontata con i componenti della famiglia, Patrizia aveva nominato un notaio come amministratore di sostegno. “Si tratta del primo caso reso noto dopo l’entrata in vigore del Biotestamento relativo all’applicazione del consenso informato e l’interruzione delle terapie – dichiara Filomena Gallo, segretario Associazione Luca Coscioni. La differenza col passato è che grazie al testamento biologico, non è ora più necessario affrontare lunghe battaglie nei tribunali per vedere rispettato il diritto fondamentale di decidere l’interruzione di terapie. Continueremo a vigilare affinché la legge venga rispettata e a monitorare la situazione nei comuni italiani in merito all’effettiva possibilità di rilascio delle Dat (Dichiarazioni anticipate di trattamento)”

La notizia ha scosso profondamente la città di Nuoro. Patrizia tra pochi giorni avrebbe compiuto 50 anni. Ha lavorato come commessa, poi aveva aperto un’agenzia di viaggi. In centinaia ieri sono andati al funerale e si sono stretti ai familiari nella chiesa di San Domenico Savio, dove una folla commossa ha accompagnato questa donna caparbia e determinata per l’ultimo viaggio. «Vola in alto amica bella, là dove risiede la nostra stima per te. La tua dolcezza e la tua bellezza ci hanno regalato un’amicizia speciale e sofferta”, hanno scritto due amiche di Patrizia su Facebook, in mezzo a centinaia di messaggi rivolti alla sua scomparsa prematura.

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