Il Garante della Privacy non consente l’utilizzo dei dati del Dna dei sardi

Sonia

Il Garante della Privacy non consente l’utilizzo dei dati del Dna dei sardi

sabato 13 Gennaio 2018 - 06:17
Il Garante della Privacy non consente l’utilizzo dei dati del Dna dei sardi

Il Garante della Privacy da ragione ai componenti dell’associazione identità ogliastrina accogliendo parzialmente il  loro ricorso di revocare il consenso al trattamento dei dati del Dna dei sardi alla società Tiziana Life Sciences.

L’azienda inglese per 300mila euro si era aggiudicata all’asta l’eccezionale patrimonio genetico di 13mila ogliastrini della società SharDna, nel frattempo fallita.

La vicenda si intreccia con quella giudiziaria avviata dalla Procura di Lanusei nell’ambito dell’inchiesta sulla sparizione di 27mila provette dai laboratori Genos di Perdasdefogu. L’organo di garanzia presieduto da Antonello Soro – il cui provvedimento è stato pubblicato sul sito il 21 dicembre – ha invitato Tiziana Life a trasmettere agli interessati i dati in suo possesso non sottoposti a sequestro dalla magistratura e attuare “ogni misura per garantire i diritti degli interessati una volta che lo stesso sequestro da parte della Procura di Lanusei venga meno”. La Tiziana Life Sciences ha fatto sapere che non ha avviato nessuna attività di ricerca sui campioni visto l’attività della procura di Lanusei e il sequestro dei dati. Sulla vicenda interviene anche l’europarlamentare pentastellata Giulia Moi che parla di “buona notizia”. «La ricerca scientifica – afferma – quando c’è, deve essere per tutti e tutti devono trarne vantaggio. Il pericolo che la decisione del Garante ha scongiurato era che una società privata quotata in borsa potesse trarre un profitto individuale da un patrimonio dal valore inestimabile, impossibile da quantificare a livello economico». «Oggi – conclude Moi – sapere che la lettera che inviai a Soro ha dato i suoi frutti, non solo riconosce il lavoro portato avanti in silenzio con l’aiuto dei cittadini, ma soprattutto restituisce ai sardi la giustizia che meritavano».

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