Casa di riposo lager a Oristano. Arrestata la titolare di Villa Rosina

Sonia

Casa di riposo lager a Oristano. Arrestata la titolare di Villa Rosina

giovedì 11 Gennaio 2018 - 16:28
Casa di riposo lager a Oristano. Arrestata la titolare di Villa Rosina

Offese, insulti e minacce. Violenze psicologiche, ma anche fisiche sugli anziani ricoverati. La notte la struttura diventava una sorta di casa degli orrori: piedi schiacciati, percosse al seno e pollici premuti contro gli occhi. E se qualcuno degli ospiti era troppo “esuberante” veniva sedato. In tre occasioni le dosi si sono rivelate troppo alte e i pazienti sono finiti al Pronto Soccorso dell’ospedale San Martino. Il tutto, secondo l’indagine della procura di Oristano, accadeva nella casa alloggio Villa Rosina, a Silì, frazione di Oristano.

Arrestata la titolare della struttura, Loretta Puddu, che si trova ai domiciliari con l’accusa di maltrattamenti nei confronti di assistiti non autosufficienti. A suo carico anche l’accusa di aver somministrato farmaci senza averne titolo.

Secondo quanto hanno sostenuto dal procuratore della Repubblica di Oristano, Ezio Domenico Basso, e dal dirigente della Squadra mobile della Questura, Samuele Cabizzosu, sarebbe stata proprio la signora Puddu, titolare assieme al figlio Bruno Pistis della società che gestisce la casa alloggio, a maltrattare gli ospiti durante il turno di notte. L’indagine della Squadra mobile era scattata nella primavera del 2017 dopo la denuncia di tre operatrici socio sanitarie che poi si erano licenziate, ma alcuni fatti risalirebbero già al 2015.

L’indagine si è rivelata lunga e difficile per l’impossibilità, date le dimensioni ridotte della struttura, di piazzare le telecamere che dovevano provare i maltrattamenti. È stato possibile, infatti, sistemare solo delle cimici che registravano 24 ore su 24 quanto succedeva nelle stanze di Villa Rosina, dove erano alloggiati anche fino a 13 persone, invece delle sette per le quali era abilitata.

Alcune foto sono state scattate dalle operatrici socio sanitarie che poi avevano lasciato il lavoro. Un’altra dipendente, assunta come tirocinante, è rimasta solo due giorni e poi ha raccontato tutto alla Polizia.

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